del 15 novembre 2009
di Wanda Marra
(Giornalista)
“Faremo un congresso vero, in cui ciascuno potrà presentare le sue mozioni. Sarà questa la prova della democrazia nel partito, che tutti ci chiedono”. Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei valori, risponde alle varie questioni che riguardano il suo partito. Dal ruolo sempre più ingombrante di De Magistris, all’ultimo attacco frontale di Donadi all’ex magistrato (“O rispetta le regole o se ne va”), dalla questione morale sollevata da MicroMega, alla fronda interna e ai continui esodi.
Onorevole Di Pietro, in un’intervista al Corriere della Sera, Donadi è stato durissimo contro De Magistris, chiedendone un ridimensionamento e un bagno di umiltà, e arrivando a esigere una retromarcia ufficiale all’esecutivo nazionale di lunedì, oppure l’uscita dal partito. Lei cosa ne pensa?
Innanzitutto, De Magistris è stato votato da quasi un milione di cittadini ed è questa la sua legittimazione. È una risorsa non solo per l’Idv, ma per tutto il paese, come Sonia Alfano e gli altri eletti al Parlamento europeo e italiano. So bene che il partito è una realtà importante, nato anche dal sacrificio di persone come Donadi e Silvana Mura, che hanno dato lacrime e sangue per 10 anni, ma dobbiamo evitare la guerra tra poveri per non dare uno strumento a coloro che vorrebbero fermare l’azione di rinnovamento dell’Idv. E per bloccare la deriva illegale che sta portando avanti Berlusconi. In questo senso, le differenziazioni che stanno emergendo dentro l’Idv sono un’occasione e la dimostrazione che stiamo passando dalla fase del pensiero unico a quella della democrazia partecipata. Per questo, ho indetto il congresso nazionale e poi i congressi locali.
De Magistris però sta prendendo sempre più importanza all’interno dell’Idv. In un’intervista all’Espresso lo ha dichiarato esplicitamente “chi pensava che me ne sarei stato buono buono al Parlamento europeo sbagliava...” Se dovesse scegliere tra lui e Donadi cosa farebbe?
Questa è una stupidaggine mostruosa. De Magistris è il partito come lo è Donadi. Magari ci fossero 1000 De Magistris e 1000 Donadi o 1000 Silvana Mura, che si esponessero come loro per la difesa della Costituzione.
Molti però dicono che De Magistris sta guidando la fronda verso di lei, attraverso gli incontri degli “auto-convocati” per protestare contro la poco democrazia nel partito... Non si sente minacciato?
Non strumentalizziamo De Magistris mischiandolo a personaggi che vogliono solo la notorietà. Lui, Donadi e tutti gli altri sono una risorsa. De Magistris fa il suo dovere come Donadi e tutti gli altri parlamentari.
Secondo lei perché sono in uscita dal partito personaggi come Pisicchio, Misiti e Astore? Oltre ad alcuni fedelissimi molisani?
Le uscite sono fisiologiche nel momento in cui c’è una risistemazione politica nel Parlamento, una ricollocazione che riguarda l’intero quadro, con spostamenti dal Pd, dall’Idv, dal Pdl. E per quel che riguarda il Molise, perché tutti parlano dei 9 usciti, tra cui ci sono alcuni di quelli segnalati da Micromega, e non dei 220 che invece sono entrati ?
Tra le critiche che vi vengono poste più di frequente c’è quella di un partito monocratico e autoritario. Cosa risponde?
Abbiamo aperto il congresso e ognuno potrà presentare le sue mozioni. Ma chi sta fuori dal partito solo per criticare non può pensare di dettare legge.
MicroMega ha sollevato la questione morale all’interno dell’Idv. State provvedendo?
Ne abbiamo preso atto e abbiamo messo fuori dalla porta alcuni personaggi, con altri lo faremo. Il partito dev’essere un mezzo e non un fine, che è creare l’alternativa a Berlusconi.
Alcuni vi accusano di essere diventati troppo di sinistra...
Non intendo essere etichettato né di destra né di sinistra.
Però, è un fatto che avete preso lo spazio lasciato libero dalla sinistra radicale..
Per alcune questioni abbiamo occupato questo spazio, per altre, per esempio sulla legalità, abbiamo occupato lo spazio lasciato libero dalla destra.
Non trova che ci sia un effettivo dualismo tra l’Idv della piazza e della società civile rappresentato da Flores d’Arcais e da MicroMega e la vecchia guardia?
La prima e la seconda Idv attraverso il congresso dovranno trovare una sintesi programmatica, organizzativa e di collocazione politica. Chiunque può partecipare alle fase congressuale, con la sua mozione e chiedere il consenso. Questa è la democrazia che tutti hanno chiesto.
Alle prossime regionali, quali alleanze stringerete?
Spero che si trovi un accordo con il centrosinistra, riconoscendo al Pd il ruolo più importante e lavorando con Radicali, Sinistra e libertà, Rifondazione. E in certe zone con l’Udc. Il Pd ci deve spiegare se è interessato al cambiamento, o se prosegue con il berlusconismo. Mi riferisco in particolare a Campania, Calabria e Puglia. In Calabria, io e De Magistris abbiamo lanciato la candidatura di Callipo e ribadiamo la proposta al Pd di appoggiarlo. È l’unico modo per dare una spallata al sistema di potere. La stessa cosa vale per la Campania dove tra i bassoliniani e De Luca sembra che si tratti di scegliere il meno peggio in quanto a rinvii a giudizio. In Puglia, dietro il paravento di Vendola, che è una brava persona, c’è una classe politica del Pd che ha bisogno di rinnovamento totale.
Cosa ne pensa del processo breve?
Raccoglieremo le firme per abrogare la legge. Vorrei segnalare che riguarda solo i reati contro la Pubblica amministrazione, i reati societari e i reati fiscali. Ciò a dimostrazione che a questo governo interessano solo i colletti bianchi, oltre agli interessi di Berlusconi.
A quante adesioni pensate di arrivare per il No Cav Day?
Certamente supereremo le 250 mila. Io faccio un appello al Pd e a Bersani perché partecipi anche lui e dica a tutti gli elettori di partecipare. Corre il rischio di essere l’unico del Pd a mancare.
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