del 19 novembre 2009
di Lorenzo Baldo
(Giornalista)
Palermo. L'analisi del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia circa il reciproco legame tra Matteo Messina Denaro e Domenico Raccuglia, dalla custodia dell'esplosivo per le stragi del '93 fino ad oggi. E un appello all’attenzione dell'opinione pubblica fondamentale in una fase tanto delicata della lotta alla mafia.
Dottore Ingroia come si spiega che Domenico Raccuglia sia stato catturato nel territorio di Matteo Messina Denaro?
Probabilmente la spiegazione la possiamo trovare in quella naturale alleanza, in quel naturale asse che può essersi determinato tra i due principali superstiti di uno schieramento corleonese che faceva capo a Riina e poi a Brusca che è stato protagonista della stagione più sanguinaria degli anni '90.
Perché Messina Denaro avrebbe corso il rischio di nascondere un latitante nella sua zona, mettendosi in pericolo egli stesso?
Da un lato per dimostrare potere ed efficienza, dall'altro per stringere un'alleanza con un boss di grande spessore palermitano e così potersi affermare come numero uno di tutta l'organizzazione. La difficoltà per Matteo Messina Denaro, di poter diventare capo assoluto di Cosa Nostra, è stata sempre quella dell'anomalia di un capo “di una provincia”, nello specifico quella di Trapani, lontana dal capoluogo. Aveva bisogno quindi di un'alleanza nel cuore della provincia palermitana e Raccuglia era l'uomo che poteva prestarsi di più a questo suo obiettivo. Accoglierlo nel proprio territorio per un periodo di latitanza (non è detto che sia stato lunghissimo) può essere servito a Messina Denaro appositamente a questo.
Il fatto di aver custodito l'esplosivo per le stragi del '93 lega inevitabilmente Raccuglia a Messina Denaro e ai Graviano, si può partire da quel dato per arrivare ad un'alleanza tra i due?
Si. E' un'ipotesi più che verosimile.
Nelle ultime operazioni antimafia su Alcamo (TP) alcuni mafiosi locali sono stati intercettati parlando di “Mimmo” e di “Altofonte” in maniera continua.
Questa è un'ulteriore conferma del fatto che vi fosse una presenza e una interazione reciproca. La penetrazione degli interessi di Messina Denaro, tramite Raccuglia, nella provincia di Palermo e di Raccuglia, tramite Messina Denaro, nella provincia di Trapani.
Il ruolo delle intercettazioni è stato fondamentale anche in questa cattura.
Si. Sicuramente senza intercettazioni Raccuglia non sarebbe mai stato catturato.
Ora si può temere una nuova guerra di mafia in quella zona?
Se pur in questa fase non vedo simili rischi, è evidente che siamo in una situazione dinamica ed “effervescente” dove tutto è possibile.
Come possono cambiare gli equilibri? E come può evolvere ora il ruolo di Gianni Nicchi?
Gli equilibri sono decisamente delicati, sul filo del rasoio. Il ruolo di Nicchi è sicuramente in ascesa, l'arresto di Raccuglia determinerà un'ulteriore espansione del suo prestigio e del suo spessore.
In questa fase della lotta alla mafia quale importanza riveste l'opinione pubblica?
Siamo in una fase molto delicata di successi sul piano militare, ma di grande capacità di riorganizzazione dell'associazione mafiosa. Non si possono vincere queste battaglie soltanto sulle spalle dei magistrati e delle forze dell'ordine che peraltro in questo momento operano con grande sacrificio e con pochi mezzi. E' fondamentale una presa di coscienza e di posizione dell'opinione pubblica che sia da stimolo e dia pressione anche sui pubblici poteri affinché da parte della politica e di tutte le istituzioni ci sia il sostegno nei confronti della magistratura e delle forze dell'ordine, con un maggiore impiego, e impegno, di mezzi e di leggi.
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