del 24 dicembre 2009
di Marco Travaglio
(Giornalista)
A Natale siamo tutti più buoni. Soprattutto il Divino Amore che perdona Tartaglia e addirittura Napolitano, poi scrive al collega Ratzinger e, bontà sua, concede a Bersani e a Casini il privilegio di dialogare con lui per regalargli l’invulnerabilità. Purtroppo, a causa dell’intensa attività epistolare, s’è scordato di richiamare i pitbull. Ieri, sul Tg Unico, Gasparri ululava col consueto occhio vispo: “Noi diffondiamo concordia, mentre Di Pietro è il mandante dell’odio”. L’altroieri a “Ballarò” guaiva Paolo Bonaiuti che, da quando ha fatto la caposala al San Raffaele per accudire l’illustre infermo e cambiargli il pappagallo, è stato finalmente promosso a comparsa da talk show. Appena Padellaro tentava di proferire verbo, veniva subissato dalla vocetta molesta della reincarnazione di Mastro Ciliegia, detto Polentina per l’inconfondibile calotta di polenta gialla che gli copre il capino. Luisa Todini ne aveva appena sparata una delle sue: “Le leggi ad personam nascono dai processi ad personam contro Berlusconi” (come se i processi non fossero tutti ad personam e, negli altri casi, i giudici lasciassero nel vago il nome dell’imputato). A quel punto Polentina ha piazzato il colpo da maestro: “La Corte costituzionale è dominata dalla sinistra: 11 a 4!”. Inutile domandargli dove abbia ricavato queste cifre: lui le ripete così, a macchinetta, perché le ha sentite dire dal Capo. Il quale è talmente competente da esser convinto che quelli costituzionali siano giudici e non, invece, giuristi estranei alla carriera togata. Cinque sono stati nominati dal Quirinale: 4 da Ciampi (Gallo, Saulle, Tesauro, Cassese) e 1 da Napolitano (Grossi). Uno dal Consiglio di Stato (Quaranta). Uno dalla Corte dei conti (Maddalena). Tre dalla Cassazione (Finocchiaro, Amirante, Criscuolo). Cinque dal Parlamento: 3 dal centrodestra (Frigo, Mazzella, Napolitano) e 2 dal centrosinistra (Silvestri e De Siervo). Come si faccia a stabilire quanti siano di destra o di sinistra, lo sa solo Dio. E dunque il suo principale a Palazzo Chigi. Il quale ricorda spesso che gli ultimi tre presidenti della Repubblica “sono di sinistra”: Scalfaro (esponente della destra degasperiana e scelbiana della Dc), Ciampi (ex governatore di Bankitalia) e ovviamente Napolitano; ergo anche la Consulta lo è. Ma di giudici costituzionali nominati da Scalfaro non ne è rimasto neppure uno. L’unico presidente certamente di sinistra è Napolitano, che però ne ha nominato uno solo: Paolo Grossi, un giurista e storico fiorentino noto per le sue posizioni di cattolico conservatore. Ciampi nominò quattro grand commis dello Stato di provata indipendenza. Per il resto, non si vede perché la Corte dei conti, il Consiglio di Stato e la Cassazione avrebbero dovuto nominare tutti comunisti. L’unica certezza in materia di simpatie politiche alla Consulta l’abbiamo proprio a proposito dei giudici in quota centrodestra: anni fa toccò l’avvocato Vaccarella, il civilista di Berlusconi e Previti; dopo le sue dimissioni, si tentò di rimpiazzarlo con l’avvocato del premier Gaetano Pecorella, purtroppo inquisito per una brutta storia di favoreggiamento legata alle stragi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia; così toccò a Giuseppe Frigo, noto avvocato bresciano di destra, già difensore di Previti, già presidente delle Camere penali quando queste riuscirono a far infilare nella Costituzione una legge (quella sull’articolo 513 del codice di procedura) appena dichiarata incostituzionale dalla Consulta. Gli altri due sono i celebri Mazzella e Napoletano, sorpresi dall’Espresso a cena con Berlusconi, Letta e Alfano pochi mesi prima della decisione sul lodo Alfano pro Berlusconi. Che, per la cronaca, è stato bocciato con 9 No e 7 Sì. Dunque l’“11 a 4” non sta né in cielo né in terra. Ma basta ripetere una balla centinaia di volte a reti unificate per trasformarla in dogma di fede. Almeno ora è chiaro perché quel programma si chiama Ballarò.
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