del 27 dicembre 2009
di Carlo Tecce
(Giornalista)
La sceneggiatura è rigorosa: la caduta del Papa, l’introduzione del conduttore, la telefonata di Silvio Berlusconi. Il Tg1 prova a incollare sentimenti e dietrologie, emozioni e paure: qui basilica di San Pietro, lì piazza Duomo. Un pastone. Al telespettatore l’interpretazione dei fatti. A quel telespettatore distratto che, in leggero ritardo, guarda il Tg1 della sera di Natale: a sinistra sfila Benedetto XVI spinto dalla Maiolo, a destra il conduttore commenta: “Queste le immagini dell’aggressione al Papa”. E poi: “Abbiamo in collegamento da Arcore…”. La notizia era sospesa, né chiusa né aperta. Il sigillo è dell’ospite. Di Silvio Berlusconi: “Dobbiamo davvero contrastare tutte queste fabbriche di menzogne, di estremismo e anche di odio”. Il telespettatore che cercava delle notizie, semmai pura cronaca, stavolta deve rispondere a una domanda complicata. È la tv che interagisce, e chiede: la fabbrica dell’odio arruolava persino Susanna Maiolo, un’altra psicolabile? La versione femminile di Massimo Tartaglia. Il messaggio da Arcore è un monologo di tre minuti esatti, per tecnica ricorda il saluto del 31 dicembre del capo dello Stato: durata inferiore, impostazione uguale. Diverso il mezzo: la cornetta, non il microfono.
TUTTO PREVISTO. La telefonata di Berlusconi sembrava un’esclusiva strappata al taglio del panettone, un’improvvisazione per solidarietà al Papa, eppure Augusto Minzolini da settimane corteggiava il portavoce Paolo Bonaiuti e il sottosegretario Gianni Letta. La scaletta era pronta da giorni, prima dell’aggressione al Papa, ma soltanto venerdì pomeriggio la direzione ha avvisato i giornalisti. Minzolini era infuriato per i due buchi presi dal Tg2 di Mario Orfeo: le interviste al presidente Napolitano e al cardinale Bagnasco. Due lividi sulla corazza del Tg1 ammiraglia, un’onta da cancellare con l’esposizione di Berlusconi: “Anche per marcare le posizione, per dimostrare - spiega un giornalista del telegiornale - le sue scelte. Per dire: io sto con Berlusconi, non con Bagnasco, il numero uno dei vescovi. Avete dimenticato il caso Boffo? Avvenire è dei vescovi”. Letta e Minzolini avevano concordato una scaletta, scelto la sera del 25 per evitare sovraffollamenti: il 23 il Tg1 ha trasmesso la lettera di Berlusconi a Benedetto XVI - ‘non convenzionale’ per Sonia Sarno, autrice del servizio - il 24 ecco l’audio quasi integrale di un’altra incursione da Arcore, a Giampilieri per la frana di Messina, a Coppito per il terremoto de L’Aquila. Quel salto felino della Maiolo ha rovinato i piani di Minzolini, obbligato a estromettere Berlusconi dalla carovana della “vicinanza” a Benedetto XVI: il Tg1 mostra una foto di Letta che – ‘per nome e per conto del governo e del primo ministro’ – fa gli auguri al Papa. Il volto e la voce di Berlusconi sono preservati, custoditi nel caveau di viale Mazzini, fin quando – dopo tre edizioni del Tg interamente dedicate al Papa – Romita può annunciare il lieto evento. Fin quando la basilica di San Pietro e piazza Duomo sono allineate, unite dalla contiguità temporale e dalle fabbriche dell’odio. Francesco Giorgino l’aveva previsto, ripetuto più volte nell’edizione delle 13.30: “Dopo l’aggressione a Berlusconi, ecco l’aggressione al Papa”. Prima l’uno, poi l’altro , insieme: e perché? La ricostruzione del presidente del Consiglio è posticipata di qualche ora, per ragioni di palinsesto e desideri di Minzolini. Ancora Giorgino, ieri e sempre alle 13.30, riprende il parallelo che sembra un’allusione: “Dopo l’aggressione a Berlusconi, ecco l’aggressione al Papa”. Un ritornello intonato senza pretese, così, per lasciare qualche dubbio, o forse dei sospetti.
VATICANO. Per il Papa è riservato mezzo telegiornale, uno spazio principale tra la ‘guerra dei cinepanettoni’ e ‘i tuffi a Palermo’. Minzolini si fa sentire dalle vacanze. “Mettete il Papa”. E dalla teche Rai riesumano la pistola di Ali Agca contro Giovanni Paolo II. Tanta premura, per
consuetudine, non per strategia: “Questa direzione – dicono a viale Mazzini – conserva ottimi rapporti con il Vaticano: riportiamo qualsiasi esternazione del Papa, seguiamo qualsiasi iniziativa. Non abbiamo un ottimo rapporto, semmai, con la Conferenza episcopale. Il caso Boffo…”. Nessun dramma. A Minzolini interessa Berlusconi: “Per lui è lo scoop dell’anno”. Per lui, appunto.
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