del 19 dicembre 2009
di Marco Lillo
(Giornalista)
Luigi De Magistris non è un politico abituato a nascondersi dietro giri di parole e nel libro-intervista “Giustizia e potere”, in uscita per Editori riuniti, non ha tradito le attese. Nel libro (che sarà presentato oggi alle 11 all’hotel Bernini Bristol da De Magistris e dal direttore de il Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro), l’ex magistrato risponde senza schermi a tutte le domande del giornalista Sergio Nazzaro. Si scopre così che De Magistris non esclude di diventare segretario del suo partito e candidato alla presidenza del Consiglio. L’ex pm napoletano nel libro colpisce duro sul ventre molle dell’Idv e sulle sue tentazioni neo-democristiane. E abbozza anche un programma che va dall’abolizione del proibizionismo per le droghe leggere agli incentivi per la raccolta differenziata. L’intervista tocca temi alti come i testi di Marx e l’ideologia anarchica, e indugia anche sulla famiglia . Qui sotto riportiamo la parte del libro nella quale De Magistris parla delle sue ambizioni.
Facciamo un’ipotesi per il congresso che viene a febbraio e che forse coinciderà, come si dice, con le elezioni anticipate: se come dici tu siamo in un momento in cui c’è bisogno di una svolta epocale, di una rivoluzione di idee e di cultura, mi posso immaginare che al congresso dell’Italia dei valori Di Pietro confermi la sua dirigenza a presidente e che proprio lui ti candidi a segretario del partito e che ti lanci come il candidato alla presidenza del Consiglio da parte dell’Italia dei valori?
Mi viene un giramento di testa a pensare che io possa anche solamente essere indicato come leader per un’alternativa di governo. Quello che io dico è che sono a disposizione, Di Pietro lo sa fin dall’inizio. Io nella vita non mi sono mai tirato indietro e per me questa esperienza politica sarà a tutto campo, con grande profondità, con grandededizione e con grande entusiasmo. Non c’è dubbio che se io fossi Antonio Di Pietro in questo momento creerei un asse fortissimo tra me e lui, fermo restando la leadership indiscussa di Antonio Di Pietro.
E se veramente facesse così, quali pensi che sarebbero le reazioni all’interno di Idv e all’esterno del partito?
Penso che io e Antonio Di Pietro, insieme, non da soli ovviamente, possiamo contribuire a cambiare l’Italia. Credo che sarebbe presa molto bene da un’ampia fetta del popolo di centrosinistra, bene anche da una fetta del centrosinistra politico , mentre sarebbe osteggiata dalla parte che non vuole il cambiamento. Ma siamo in un momento di rottura e rivoluzione come dicevo e credo che quest’asse sarebbe rivoluzionario.
Facciamo un’altra ipotesi: lui fa veramente questo lancio , diventi segretario e vieni posto come candidato. Tu
credi che in quel momento preciso Idv possa avere delle concrete possibilità di diventare il primo, grande partito dell’opposizione?
Penso che non sarebbe sufficiente. Credo che Idv possa consolidarsi, magari non diventare il primo, ma essere il secondo partito d’opposizione. Potrebbe caratterizzarsi non tanto per la quantità, ma per la qualità, per l’impatto. È capitato nella storia che il leader di uno schieramento fosse espressione del secondo partito in termini numerici, ma per arrivarci questo passaggio sarebbe senz’altro necessario e fondamentale, però deve accompagnarsi ad un’unità d’intenti nell’Idv verso il cambiamento, assieme al coinvolgimento di altri personaggi di spessore.
Però, questa ipotesi secondo te porterebbe a un’unione o a una più ampia spaccatura?
Penso che prima di lanciare questo ipotetico patto, Antonio Di Pietro lo dovrebbe preparare. Io credo che ci sarebbero le condizioni per questo percorso, ma qualcuno non gradirebbe e si sposterebbe su posizioni centriste.
Ipotizziamo che tu sei il candidato alla presidenza del Consiglio per l’Idv e dall’altra parte c’è Bersani: sarebbe auspicabile a quel punto fare delle primarie del centrosinistra per avere il candidato unico?
Mi auguro che un domani il centrosinistra riesca a trovare un candidato condiviso da tutti, senza nemmeno avere bisogno delle primarie. Qualora non dovesse accadere, credo sia giusto arrivare a delle primarie di coalizione.
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