martedì 12 gennaio 2010

Incontro-disgelo tra il presidente del Consiglio e Napolitano

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 12 gennaio 2010

di Antonella Mascali
(Giornalista)


Stabilito durante il vertice di palazzo Grazioli, che le leggi ad personam non si toccano ma si approvano, Silvio Berlusconi è andato al Quirinale insieme al grande “tessitore”, Gianni Letta, poco prima delle 18.30. È stato proprio il Premier a chiedere al Presidente della Repubblica per parlargli delle riforme che vuole fare e per dimostrare che ha rispetto istituzionale, contrariamente a quanto dicono i suoi avversari, soprattutto quelli del “partito dell’odio”. Con Napolitano c’era stata una brusca interruzione di rapporti quando Berlusconi durante la riunione dei popolari europei tornò ad attaccare la Corte costituzionale e disse che la Carta andava cambiata. Il presidente del la Repubblica parlò di “attacchi violenti”. Tra palazzo Chigi e il Quirinale calò il gelo, come quando Napolitano si rifiutò di firmare il decreto legge sul caso Englaro. Poi c’è stata l’aggressione in Piazza Duomo e naturalmente il presidente della Repubblica ha sentito Berlusconi per esprimergli solidarietà. Non poteva che essere così. Ma i rapporti sono tornati normali quando Berlusconi ha sentito musica per le sue orecchie, durante il discorso del presidente della Repubblica di fine anno. Napolitano ha parlato della necessità di fare le Riforme “che il Paese non può più aspettare”. Rispetto a quelle sulla giustizia, che tanto stanno a cuore a Berlusconi per la sua sorte, Napolitano a reti unificate disse che "non possono essere ancora tenute in sospeso perché da esse dipende un più efficace funzionamento dello Stato al servizio dei cittadini e dello sviluppo del paese".

Un discorso elogiato da Berlusconi, che si sentì al telefono con il presidente della Repubblica, e da tutto il Pdl che usò i toni del “ partito dell’amore”. Ieri pomeriggio Napolitano ha ascoltato l’elenco delle riforme che Berlusconi vuole fare, dalla giustizia, al fisco e al presidenzialismo, e poi avrebbe raccomandato al Premier di non strafare con il ricorso al voto di fiducia. Ha ribadito la richiesta di avere il massimo rispetto del ruolo del Parlamento e di cercare in ogni modo di costruire un dialogo con l’opposizione per varare riforme il più possibile condivise, nell’interesse del Paese. Come dice Fini, anche se il presidente della Camera ha negato anche ieri pomeriggio che esista un’asse Quirinale-Montecitorio. Quanto ai provvedimenti ad personam, (naturalmente questa espressione non è mai stata usata) , Napolitano, secondo ambienti vicini al Quirinale, avrebbe suggerito a Berlusconi di utilizzare nella stesura delle leggi tutti gli accorgimenti perché non siano esclusivamente legate alle sue vicende giudiziarie. Il presidente del Consiglio, all’uscita dal Quirinale, ha sfoderato il suo ritrovato sorriso e ha ostentato un’intesa ritrovata con Napolitano: “È andato tutto bene. Abbiamo parlato dell'attività di governo dei prossimi mesi e delle cose da fare”. Detto questo, si è infilato in un negozio vicino palazzo Grazioli.

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