del 7 gennaio 2010
di Carlo Tecce
(Giornalista)
Questa sì che è una notizia: “È noto a tutti che per entrare in Rai hai bisogno di padrini. Io non ho mai nascosto di essere in quota centrodestra, in Rai mi hanno voluto il Pdl e la Lega: la cosa non mi imbarazza, non mi devo giustificare”. Gianluigi Paragone ha svelato i promotori del suo ritorno su Rai-Due – l’ultima volta per carenza di ascolti fu dismesso Malpensa Italia – con un’intervista esclusiva a Tv Sorrisi & Canzoni di Alfonso Signorini, il commentatore preferito di Silvio Berlusconi. Avrà pure dei padrini influenti – anche se Massimo Liofredi, responsabile di rete, per mesi ha giocato al cubo di Rubik con i palinsesti – ma Paragone dovrà fare cassa: o meglio, fare audience. Malpensa Italia racimolava una media del 7% di contatti, l’Ultima parola (in onda da venerdì 15) dovrà convincere almeno un milione di telespettatori, teste non percentuali, il minimo per garantire la sopravvivenza alle 11 puntate previste. Paragone fa conti diversi: “In ognuna delle 18 serate darò spazio a piccole e ignobili storie italiane”. E qui casca la programmazione. Perché l’Era Glaciale di Daria Bignardi, seconda serata del venerdì, doveva riprendere a gennaio e invece slitta al 2 aprile. Paragone ha ringraziato per educazione: “Solo i diamanti sono per sempre, ma la Bignardi sa che l’Era Glacialenon è stato né sospeso né cancellato, solo rimandato”. Oltre la Bignardi, in aprile, ai nastri ci sarà Donne di Monica Setta: insomma, l’Ultima parola è di troppo. E per Paragone la direzione generale ha provato a travasare i programmi da un canale all’altro: avevano persino tentato di prestare Palco e retropalco (giovedì sera) a RaiTre nello spazio domenicale di Glob, il contenitore satirico inviso a Mauro Masi, ma Enrico Bertolino è tutelato da un contratto sino a giugno. Le stoccatine a Santoro hanno infastidito Liofredi (“Non voglio faide nella mia rete”) e innervosito Petroni, il consigliere di amministrazione del Tesoro: “Io non giggioneggio come Michele San-toro, il nostro linguaggio è completamente diverso e ci separa una generazione”. Per sedare i critici di Ultima parola – e in Rai sono numerosi, capeggiati da Masi – Paragone sceglie l’aggressività sui giornali di proprietà di Berlusconi.
ANTI-ANNOZERO. Paragone ha elencato due padrini; in Rai indicano soltanto la Lega, non il Pdl che desidera un controcanto di Annozero: dibattiti e inchieste declinate con il linguaggio e le maniere della destra. Il vero alfiere del governo è Maurizio Belpietro, più popolare e più telegenico di Paragone. Belpietro avrà una prima serata, un lunedì o un mercoledì da febbraio. In ritardo di un paio di mesi dai progetti perché in RaiDue c’è ressa: code di contratti regali da smaltire – non possono pagare milioni di euro alla Bignardi e tenerla a casa – e lottizzazione all’estremo tra la maggioranza di governo e l’Udc. Il direttore di Libero avrà carta bianca: agirà oltre i limiti di bilancio, gestirà una redazione esterna alla Rai, potrà investire per
trasferte e ospiti. E poi? “Stiamo discutendo. Niente è deciso. Certo – spiega Belpietro – farò informazione e politica, non sono bravo negli spettacoli...”. E quando? “Febbraio e marzo sono due concrete possibilità”. Il nome? “Vedremo. Dobbiamo prima capire cosa serve alla rete e cosa interessa al pubblico”. Belpietro è tranquillo: non deve duellare con gli ascolti, non deve blandire gli scettici. Lui è l’esecutore materiale e finale del governo per un Annozero di destra. Ideato e condotto da un volto di Mediaset. Un brindisi al nascituro Raiset.
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