sabato 19 dicembre 2009

DI BELLA METTE IN SCADENZA LA DANDINI

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 19 dicembre 2009

di Carlo Tecce
(Giornalista)


I voti del centrodestra avevano un prezzo. A un mese dall'investitura plebiscitaria alla direzione di Rai Tre, Antonio Di Bella si appresta a cancellare la satira di Serena Dandini, a chiudere in anticipo la stagione di Parla con me. La Dandini ha un contratto per 4 puntate a settimana sino a giugno, ma il palinsesto primaverile – in fase di stesura – prevede l'ultima puntata già a marzo. Parla con me ha debuttato tra le polemiche e tentativi di censura, l'azienda voleva impedire la messa in onda della commedia Lost in Wc: all'interno di un bagno sfarzoso, riprese da una telecamere nascosta, c'erano due ragazze baresi che si fotografavano a vicenda. Chiara allusione a Patrizia D'Addario alle feste presidenziali di palazzo Grazioli. La gestione di Paolo Ruffini aveva un canovaccio rodato da sette anni di buoni successi, personaggi chiave e intoccabili, compromessi rigidi tra informazione e intrattenimento: se Fabio Fazio rappresenta la finestra sulla cultura, la Dandini è la satira in seconda serata. Antonio Di Bella aveva il compito di proseguire il lavoro di Ruffini, non di copiarlo fedelmente: il blocco di Parla con me, a un mese dall'incarico, è il segnale di apertura del nuovo corso. RAI DUE. Massimo Liofredi è impelagato in un complicato gioco di incastri: deve accontentare ciascuno per non fare torti a nessuno. Deve trovare un posto per Daria Bignardi senza sovrapporla al settimanale di Pierluigi Paragone, una riedizione aggiornata di Malpensa Italia, in onda da venerdì 15 gennaio. L'Era Glaciale avrà uno spazio – forse meno ampio – in coda ad Annozero. La Bignardi ha un (oneroso) contratto di altri 3 anni con la Rai, l'azienda non poteva accollarsi un ingaggio e parcheggiare la conduttrice per Paragone. Nemmeno per Maurizio Belpietro. Il direttore di Libero sta trattando con Liofredi per una prima serata, forse il lunedì, che faccia da controcanto a Michele Santoro. Rai Due è fortemente intasata, ma se Mauro Masi ordina, Liofredi deve eseguire.

ANNOZERO Oltre 6 milioni di spettatori - e il 25% di share, ovvero un televisore su quattro – non bastano per placare le accuse alla trasmissione di Michele Santoro. Fabrizio Cicchitto (Pdl) inscena un secondo tempo degli anatemi lanciati in aula alla Camera: “Ringraziamo Santoro e Travaglio perché la trasmissione di ieri di Annozero ha confermato l'analisi da noi fatta in Parlamento. Gli auguri a Spatuzza esprimono la filosofia di fondo di questa trasmissione. Comunque Santoro e Travaglio usufruiscono di oltre due ore di diretta tv in prima serata del servizio pubblico per un programma caratterizzato dalla piu' incredibile faziosità politica e non solo politica". Scontate le critiche della maggioranza, tra le altre si registrano quelle del portavoce Capezzone e di Lainati, meno scontati i pareri opposti del Pd. Da una parte Roberto Zaccaria (ex presidente Rai) difende Santoro: “Abbiamo assistito ad una trasmissione che ha offerto Informazione. Chi sostiene la faziosità di un programma come Annozero denuncia la propria faziosità, la stessa che tenderebbe ad avere un solo tipo d’informazione”. Dall'altra Giorgio Merlo ( membro commissione di Vigilanza): “Annozero si conferma una zona franca all’interno del servizio pubblico radiotelevisivo. E cioé uno spazio dove si può dire ciò che si vuole , come si vuole e quando si vuole, dove le regole e i documenti che disciplinano un servizio pubblico possono essere rispettati o meno, senza alcun vincolo. A che serve, su questo versante, l’annunciata istruttoria dell’Agcom sui programmi televisivi? A che servono i richiami di Napolitano, del Papa, di Zavoli? I vertici Rai, al riguardo, potrebbero fare una deroga speciale per Annozero. Le regole, semmai, valgono per il resto della programmazione del servizio pubblico”.

RAI UNO. Il Cdr del Tg1, anche se con ritardo, commenta l'intervento di Marco Travaglio sul sito di Beppe Grillo soffermandosi sul passaggio sullo Speciale di Monica Maggioni: “Critiche sì, insulti no, da qualunque parte provengano. I toni del dibattito devono essere abbassati”. Ma il Cdr fa anche autocritica: “Non possiamo esimerci dal rilevare che lo 'Speciale' di domenica sera si è tradotto in una caccia ai supposti mandanti morali dell'aggressione al capo del governo. Il Tg1 è apparso allineato alle tesi più aggressive della maggioranza di governo”.

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