lunedì 21 dicembre 2009

VELTRONI: L’INCIUCIO? COSE MAI VISTE

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 20 dicembre 2009

di Giampiero Calapà
(Giornalista)


Avventurarsi alla ricerca del “terreno più facile per fare delle intese” potrebbe essere letale, “perché così si rischia di spaccare i presupposti e i convincimenti che hanno dato vita al Pd”. Parola di Dario Franceschini: “Inciuci che hanno fatto bene non ne ho mai visti”, spiega, definendo il risultato dell’articolo 7 della Costituzione (citato da D’Alema come esempio positivo da cui prender spunto) come accordo in un momento storico alto tra forze contrapposte capaci “di riuscire a trovare una convergenza senza pasticci”. Un no a D’Alema, quello di Franceschini, anche se l’ex ministro degli Esteri non viene mai nominato nell’intervento. Ma non c’ è convergenza rispetto alle riforme condivise corredate da accordicchi salva-premier definiti da da D’Alema “il male minore”, per Walter Veltroni impossibili con un uomo, Silvio Berlusconi, capace di “eliminare i valori del Paese e creare un deserto nel quale ha seminato i suoi di valori, che hanno reso coriandoli la solidarietà civile dell’Italia”.

Insomma, l’elogio dell’inciucio, l’ultima “cosa” di Massimo D’Alema non convince la minoranza anti-bersaniana del Pd, riunita in una due-giorni a Cortona per organizzare una corrente denominata “Area democratica”. Continua e si rigenera l’eterna lotta tra i fratelli-coltelli D’Alema e Veltroni, più che ombre ingombranti per il segretario Pier Luigi Bersani e per il suo predecessore Dario Franceschini. E le antiche ruggini, continuando a sommarsi a nuovi cortocircuiti, non favoriscono l’unità del partito, tanto che ieri su Facebook, tra i simpatizzanti di “Area democratica” si leggevano commenti di questo tipo: “Agghiaccianti le parole di D’Alema sull’inciucio. Come facciamo a stare nello stesso partito?” Anche se Franceschini ci ha tenuto a sottolineare che “Area Democratica è al servizio del partito”, la contrapposizione è estesa a tutto campo, anche alle possibili alleanze future, tanto che Franceschini giudica “davvero miope l’idea di aprire un laboratorio politico per aiutare a far nascere qualcosa che faccia vincere il Pd con l’Udc, pensando ad un nuovo partito di centro a cui appaltare la ricerca del consenso moderato. Anche perché magari subito dopo l’Udc si ricolloca con Berlusconi lasciandoci all’opposizione per altri 40 anni”. Altra cosa, dice, “è pensare a possibili alleanze dall’Udc alla sinistra radicale”.

Ma in realtà, il sogno veltroniano dell’auto-sufficienza di un grande partito riformista, non è ancora abbandonato se per Franceschini “è necessario andare avanti con un partito aperto e plurale, difendere nello stesso tempo il principio delle primarie, perché tutti si devono sentire a casa e nessuno qui deve essere considerato un ospite: non siamo la continuazione di una vecchia storia vorrei ricordare, ma l’apertura di una storia nuova”.

Eppure, commenta Antonio Gai, militante del partito a Firenze, “Bersani sta interpretando il ruolo di segretario come lo si poteva fare nella sezione di Zocca (paesino sull’Appenino tosco-emiliano celebre per aver dato i natali a Vasco Rossi, ndr) negli anni ‘50”. “Purtroppo se ne vedono di tutti i colori – scuote la testa Veltroni – e mi sorprende che un dirigente del nostro partito dica che Berlusconi deve assolutamente arrivare alla fine della legislatura”. Il riferimento è alle parole di Nicola Latorre a Omnibus su La7, lo stesso dalemiano in passato già “beccato” a passare pizzini con suggerimenti anti-dipietristi a Italo Bocchino (Pdl) nella stessa trasmissione tv. La risposta di Latorre non si è fatta attendere: “Ad Omnibus ho solo spiegato che ero nettamente contrario a ogni legge ad personam e ho detto che le vicende giudiziarie sono una cosa, il dovere di governare un altro, perché i governi cadono solo quando viene meno una maggioranza parlamentare. Non mi aspetto le scuse perché anche io sono abituato a vederne di tutti i colori”.

Solo a sera arriva la risposta del segretario democratico, Pier Luigi Bersani al “fronte di Cortona”, in un’intervista al Tg1: “Noi abbiamo una linea, che terremo ferma: siamo contro qualsiasi legge fatta per una persona e ci opporremo, quindi, alle leggi ad personam. Siamo invece a favore di una discussione, di un confronto in Parlamento su riforme che riguardino tutti”. E sul tema delle alleanze: "Non tengo assieme tutti ma voglio dare al Pd un profilo che alluda all’esigenza di costruire l’alternativa. Ognuno nell’opposizione deve prendersi la responsabilità di accorciare le distanze nell’opposizione”.

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