giovedì 24 dicembre 2009

Il giovane Berlusconi visto da Paolo Guzzanti

Dal Quotidiano La Repubblica
del 24 dicembre 2009

di Concetto Vecchio
(Giornalista)


ROMA - Nel 1963, a ventisette anni, Silvio Berlusconi incassò la sua prima e unica sberla da mamma Rosa: le aveva risposto male. "Mi hai dato una sberla?" biascicò incredulo. "Ma io sono il presidente!" (della Edilnord, ndr). "Per me potresti essere anche il presidente della Repubblica, te la sei meritata". Affranto il presidente Silvio si rinchiuse nella sua camera a meditare. Dopo un'ora tornò in cucina. "Mammina, perdonami...". E la mammina: "Ricordati che con me ti devi sempre comportare bene, te lo sei meritato il ceffone...".

L'episodio è riferito da Paolo Guzzanti in "GuzzantiVsBerlusconi" (Aliberti editore). Nel luglio 2000 il giornalista-parlamentare di Forza Italia fu incaricato dal Cavaliere di scrivere la sua biografia sul modello di Lee Iacocca, il salvatore della Chrysler. Si videro un paio di volte a Villa Certosa, ma soprattutto Guzzanti intervistò la madre del premier, Rosa Bossi, sulla nave Azzurra, ricavandone ricordi inediti sul privato del Cavaliere. Come quello su Veronica: "E' una bella donna, Silvio non ha piacere che vada in giro da sola, desidera che vada con i figlioli, con qualcuno. Poi all'inizio io non è che io fossi felice e contenta e lei lo sa. Sono cose che non saprei dire, che non devo dire. Si era diviso dalla prima moglie e la mamma vorrebbe vedere sempre famiglie unite". Su Carla Dall'Oglio, sposata da Silvio nel 1965 e che gli ha dato Marina (1966) e Piersilvio (1969): "Era brava, modesta, innamoratissima, il matrimonio saltò per troppo benessere, non si sentiva all'altezza di lui, perché non è facile vivere con Silvio. Lui non voleva sposare una donna ricca. Mi disse: "Mamma io non voglio una donna ricca, i soldi li voglio guadagnare io". Difatti i miei figli hanno sposato ragazze che non avevano niente!"

Berlusconi poi ci ripensò, la biografia non uscì mai. Ora, ad amore politico finito tra i due, Guzzanti ha riutilizzato quelle conversazioni, gonfie di vanterie ("ero un bambino prodigio"; "tutti i professori con cui ho dato esami mi hanno chiesto di fare da assistente"; "Milano2 è venuta fuori senza difetti") per un libro di 573 pagine che mischia molti generi: intervista, pamphlet, memoir. E offre una piccola rivelazione: sin da giovane il Cavaliere pensava di entrare in politica. "Quando me lo disse", ricorda mamma Rosa, "io inorridii. Per persone come me e come mio marito Luigi la politica è sempre stata una cosa sporca per gente che non ha niente da fare".

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