venerdì 18 dicembre 2009

L’oscena farsa dell’odio e dell’amore per eliminare l’opposizione

Dalla Rivista Micromega
del 18 dicembre 2009

di Giuseppe Giulietti
(Direttore di Articolo 21)


Articolo 21, ovviamente, ha aderito all’appello di solidarietà con Marco Travaglio e con tutti i giornali e i giornalisti messi al bando da Cicchitto e fratelli, con l’accusa di essere i fomentatori dell’odio che avrebbe prodotto il lancio del maledetto souvenir.

Hanno forse ragione? Vuoi vedere che le cose stanno davvero così e che questo manipolo di liberali ha perso la testa contro alcuni giornalisti in seguito al gesto di Tartaglia?

La nostra memoria, a differenza di quella di Marco Travaglio, è piuttosto traballante, eppure a noi pareva di ricordare, così alla rinfusa,un editto bulgaro del 2002, al quale segui la cacciata di Biagi, Santoro, Luttazzi, ricordiamo bene o male?

Ancora ci sovviene di una cosa che riguardava un tentativo di corrompere qualche giudice romano per prendersi Repubblica, L’espresso, la Mondadori, ricordiamo bene o male?

Ancora più indietro nel tempo, dalle parti di Arezzo, fu trovato un piano, forse della P2, nel quale si teorizzava una repubblica presidenziale senza giudici e giornalisti liberi, e con una Rai asservita agli interessi del privato e del governo, l’avranno mica scritto Travaglio e Santoro?

A proposito di odio chi ha chiesto la testa della Gabanelli, di Santoro, della Dandini, chi ha annunciato la chiusura dei programmi che fanno venire l’ansia al presidente editore?
Per restare alla cronaca di queste ore chi ha deciso di togliere un po’ di pubblicità a Sky per regalarla a sé medesimo?

L’elenco potrebbe proseguire per giorni e giorni, questa farsa dell’odio e dell’amore è davvero stucchevole, strumentale, finalizzata a chiudere la bocca o a intimidire quei pochi giornali e giornalisti che non intendono rinunciare al vizio della memoria e che non hanno intenzione di cancellare tutti quei fatti che non corrispondono allo spirito dei tempi.

Stiamo assistendo ad una rappresentazione oscena nella quale il titolare del conflitto di interessi e il suo servizio d’ordine fingono di essere accerchiati e costretti al silenzio, contestualmente a reti seminunificate distribuiscono sonori ceffoni sulla faccia degli oppositori costretti in spazi politici e mediatici sempre più ridotti.

Lo schema dell’odio e dell’amore è un tipico schema costruito a tavolino, negli studi pubblicitari e imposto attraverso il controllo delle tv attraverso la iterazione dello spot, altrove sarebbe considerato un messaggio debole, sciocco, privo di legami con la realtà politica e fattuale.

La controprova è arrivata dalla ultima puntata di “Anno zero”, che dovrebbe essere premiata come una delle migliori trasmissioni mai prodotte dalla Rai.

Ci riferiamo in particolare alla straordinaria inchiesta condotta da Corrado Formigli in alcune realtà del nord leghista. Senza nulla concedere alla retorica, allo sdegno populista, alla logica della propaganda, Formigli e i suoi collaboratori ci hanno fatto vedere e sentire cosa sia davvero l’odio, il razzismo, la xenofobia, il vero fascismo strisciante che rischia di mettere in ginocchio l’Italia.

Abbiamo sentito parole che dovrebbero far rabbrividire qualsiasi persona pia e timorata di dio, abbiamo respirato l’odio di chi vorrebbe eliminare qualsiasi diversità e non a caso alcuni hano tentato di scagliarsi contro i giornalisti che ”…debbono farsi i fatti loro,stare zitti...”.

“Baciami il culo, baciami il culo...”, urlava contro Formigli un signore vestito di nero con una spruzzata di verde.
Di questo oggi non si parla, la destra berlusconiana non è restata colpita da queste parole, anzi le vezzeggia perché i voti non puzzano e per prendere i voti l’odio e la paura sono sentimenti da alimentare e da sfruttare con cinismo e sapienza.

No, lo scandalo non è rappresentato dall’estremismo di quei signori che hanno vomitato odio per minuti e minuti, lo scandalo, per lor signori, sarebbe rappresentato dalla sola esistenza della trasmissione che si permette di dare voce e spazio a temi altrove negati, cancellati, nascosti.

I seminatori d’odio sono Santoro, Padellaro, Travaglio, Ezio Mauro, l’unità di Concita De Gregorio, Furio Colombo, la rete non controllabile, chiunque si ostini a raccontare l’Italia del conflitto di interessi, delle leggi ad personam, dei dossier scagliati contro i propri avversari, dei Mangano che diventano i nuovi eroi da mettere sul comodino al posto delle foto di Falcone e Borsellino.

Per queste ragioni, con Federico Orlando e Tommaso Fulfaro, presidente e segretario di articolo 21, abbiamo deciso di aderire agli appelli già promossi daMicromega e da Il Fatto, ma anche di mettere a disposizione il sito della associazione per lanciare una petizione rivolta ai cosiddetti guardiani delle istituzioni e della legalità repubblicana affinché vigilino sui tentativi di dare un ulteriore colpo all’articolo 21 della Costituzione.

Non facciamoci illusioni. Stanno tentando di trasformare il gesto, ingiustificabile sempre e comunque, di un folle in un pretesto per dare forza e vigore a ben altre follie politiche e costituzionali, le medesime che hanno in mente da decenni.
Sarà bene non distrarsi, neppure il giorno di Natale.

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