martedì 15 dicembre 2009

NEI SALOTTI TELEVISIVI SI PROCESSA L’OPPOSIZIONE

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 15 dicembre 2009

di Carlo Tecce
(Giornalista)


Le immagini vanno fermate alle 17 e 30 in punto. La televisione è stanca, avvitata su impressioni e ragionamenti che sfuggono alla cronaca essenziale: un malato di mente ha scagliato un oggetto contro il presidente del Consiglio. L’inviata della Vita in diretta (Rai Uno) gira e rigira tra le mani una statuetta di resina che raffigura il Duomo di Milano, la mostra con delicatezza per l’occhio della telecamera. Zoom. Un feticcio: “Ecco, con questo Duomo in miniatura è stato ferito Berlusconi. Il souvenir costa 10 euro. È andato a ruba tra le bancarella della piazza, raccontano che ne hanno venduti molti come regalo natalizio per gli agitatori che criticano il governo”. La televisione trasmette da ore il viso sanguinante di Berlusconi, il corpo sofferente che sul predellino ha parlato con lo sguardo. Lasciando a chi guardava, e chi in quel corpo concentra sentimenti estremi, le interpretazioni di una notizia non più di cronaca: un caso politico di fazioni e strategie.Anche di scaramucce. A Speciale Tg1 c’era Fabrizio Cicchitto che processava tv e giornali. Il baccano è una buona compagnia per accusare Michele Santoro e - parafrasando il comunicato dei senatori del Pdl - promuovere la chiusura di Annozero. Il sangue era un pretesto, la politica l’argomento. Così Lamberto Sposini, conduttore della Vita in diretta, prova a rientrare nel politichese chiedendo a Pier Ferdinando Casini: “Quel gesto ferma la vostra apertura al centrosinistra?”. Il telespettatore distratto potrebbe capire che Massimo Tartaglia sia un militante del Pd o un iscritto dell'Idv. Ma il presidente dell'Udc era intervenuto per sottrarsi al gioco del colpevole inaugurato da Alessandro Sallusti: “Il fuoco amico ha armato quel folle. C'è una copertura politica”. Il condirettore del Giornale è onnipresente dalla sera prima, nel ruolo del parente stretto della vittima che deve accusare i nemici. Gli aggressori, al plurale. Casini querela Sallusti, una nota che scivola tra i fraintendimenti di una giornata strana. Iniziata presto a Ominbus (La 7), anticipando un copione replicato da una rete all’altra: Sallusti o Feltri o una firma di Libero versus un deputato o un critico del centrosinistra, in un Parlamento videocratico. Le voci diventato un coro: “Campagna di odio. Clima velenoso”. La televisione pubblica o commerciale vorrebbe decriptare il pensiero di Tartaglia e poi sentenziare, nei tempi previsti dal palinsesto. Pomeriggio Cinque va oltre: “Lo vogliono morto”, il titolo è declinato al presente perché Tartaglia è un singolo “episodio” di una violenza “trasversale”. Barbara Palombelli generalizza: “Questa violenza potrebbe colpire chiunque”. E il marito Francesco Rutelli: “Attenzione. Ci sono dei professionisti incendiari”. Alessandro Meluzzi (psichiatra) sforna una perizia: “Il vero movente è il clima”. Barbara D’Urso si fa ambasciatore: “Noi italiani”. E consegna il microfono a una signora del pubblico. Grida: “Dobbiamo chiudere internet, presto!”. Perché consumati i telegiornali del pasto, e imbozzolata la mera cronaca dall'ospedale, il Tartaglia è moltiplicato. Sono Tartaglia gli screanzati che inneggiano a lui su Facebook, i turisti che comprano il Duomo. “Sobillati dallaBindiedaDiPietro”(Vittorio Feltri), “dai manifestanti del No B Day” e “dal metodo Grillo” (Vittorio Sgarbi). A Sky Tg 24 pensano che dietro Tartaglia si nasconda “una spirale di odio”, a il Fatto del Giorno (Rai Due) alcuni ospiti scoprono “un mandante politico”. Sposini può insistere: “Che succederà? Quali alleanze ci saranno?”. È un giorno inadatto per discutere di politica. Guai a tirare nella canea sostanza seria: processi brevi, legittimi impedimenti, riforme condivise. L'opposizione a Berlusconi è fisica e totale: dinanzi a quel volto tumefatto, la minoranza arretra. Deve: “Non possiamo fareriferimentipolitici,rischiamo di allinearci a Tartaglia”, spiega Manuela Palermi dei Comunisti italiani. I tg leggono i referti medici, ma sembrano poco interessati alla salute di Berlusconi, provano a strumentalizzare: convertire un attentato in azione politica. A cena Augusto Minzolini serve la suggestione storica: “Questa è la parodia degli anni ‘70 - dice il direttore del Tg1 - che portarono al piombo. Oggi come ieri ci sono cattivi maestri. È venuto il momento di dire basta. Dobbiamo isolare chi, anche in Parlamento, trasforma un rivale in un nemico da abbattere”. Per la buonanotte c'è Bruno Vespa. Porta a Porta anticipa alle 21, convoca i telespettatori per rasserenare. Tema: “Violenza e politica”, perché Tartaglia in quel momento era un folle e pure altro, un’icona politica. Questa mattina, ore 7.45, si ricomincia con Omnibus, sino a sera con Ballarò: Pd e Pdl, Idv e Udc. Disposti sulla tribuna politica, stavolta truccata dall’emozione e dal naturale rispetto per un uomo ferito.

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