del 14 dicembre 2009
di Monica Centofante
(Giornalista)
La notizia ha fatto il giro del mondo e messaggi di solidarietà arrivano di continuo. Raggiungendo il premier al San Raffaele di Milano, dove è ricoverato da ieri sera in prognosi riservata dopo l'aggressione subita in piazza Duomo al termine di un polemico incontro di partito usato anche per attaccare giudici e stampa “di sinistra”.
“Dovrei essere qui a fare un comizio – aveva esordito il Presidente del Consiglio – in realtà voglio farvi gli auguri di Natale. State sereni e non credete a quelli che vanno in giro a fare catastrofismo: la maggioranza è coesa e il governo funziona”. Poi, al termine dell'incontro, l'aggressione da parte di un contestatore isolato nascosto tra la folla. Un quarantaduenne in cura per problemi mentali fino al 2003, subito intercettato dalle forze dell'ordine e condotto nel carcere di San Vittore, dove ha trascorso la notte.
Il colpo inferto con una statuetta souvenir lanciata all'altezza del volto ha provocato a Silvio Berlusconi la rottura del setto nasale, quella di due denti e una lacerazione al labbro e se è vero che “le conseguenze sono più gravi di quello che potevamo dire ieri sera”, ha spiegato il medico di fiducia Alberto Zangrillo, vero è anche che non sarà necessario alcun intervento chirurgico. E che nel giro di 20 giorni il premier dovrebbe riprendersi.
Nel frattempo, in seguito al gesto criminale, non sono mancate accese polemiche. Sia dal mondo politico che dalla società civile. E in particolare dopo le dichiarazioni di Rosy Bindi (“Io non voglio che ci sia mai violenza, ma Berlusconi con i suoi comportamenti e il suo menefreghismo istiga alla violenza” ) e contro quanti hanno tentato di strumentalizzare l'evento per criminalizzare e colpire chiunque manifesti dissenso nei confronti del Presidente del Consiglio e della politica di governo.
“Rinnoviamo la nostra assoluta e convinta solidarietà al premier – hanno commentato tra gli altri Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita, di Articolo 21 – ma non abbiamo intenzione alcuna di arretrare di un solo centimetro nella difesa della legalità democratica”. Seguiti da Marco Travaglio e Peter Gomez che sul sito ufficiale de “Il Fatto quotidiano” sottolineano, dopo aver espresso totale dissenso al gesto di un delinquente che “chi già cercava improbabili mandanti morali o si preparava a lanciare l'allarme terrorismo farebbe bene a darsi una calmata anche lui”.
Anche Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, è intervenuto nella polemica. E dopo aver giudicato l'aggressione “un gesto inconsulto e sconsiderato”, assolutamente da condannare, non ha mancare di ribadire che “questo non può e non deve giustificare e legittimare il totale abbandono nel quale il Governo ha lasciato le fasce sociali più deboli, i lavoratori che hanno perso il lavoro e tutti coloro che non arrivano a fine mese”. Mentre tornano attuali le parole pronunciate giorni fa dallo stesso Di Pietro nel corso di una manifestazione della Cgil a Roma. “Se il governo continua ad essere sordo ai bisogni dei cittadini – aveva detto – si andrà allo scontro di piazza e lì ci scapperà l'azione violenta se il governo non si assume la responsabilità di rispondere ai bisogni dei cittadini”.
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