venerdì 11 dicembre 2009

BERSANI: “FERMIAMO LA DERIVA PLEBISCITARIA, IL PREMIER A CASA”

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 11 dicembre 2009

di Paola Zanca
(Giornalista)


“Non so che cos’hanno in testa…con queste frasi violentissime Berlusconi allude ad una Repubblica che non è costituzionale. Noi non andremo dove vuole andare lui”. Pierluigi Bersani arriva al teatro Vittoria di Roma per presentare la mobilitazione che vedrà il Pd impegnato in “mille piazze” domani e dopodomani e si schiera subito dalla parte di Napolitano: “Come sempre le sue parole sono ferme e sagge: questo Paese ha la forza di difendersi, siamo in una democrazia dove chi vince le elezioni non diventa padrone di tutto”. Queste cose Bersani le dice ai giornalisti che lo aspettano all’ingresso del teatro. Dentro, ai cittadini e ai militanti venuti ad ascoltarlo, ribadisce che “Berlusconi va mandato a casa sul serio perchè è un problema: cercherà di forzare la mano – spiega Bersani – Noi dobbiamo fermare la curva plebiscitaria, dobbiamo prendere una chiara linea di opposizione, unendo il tema democratico e quelli economico e sociali”. Prima di lui, dal palco, ha parlato un rappresentante dei ricercatori dell’Ispra (che lo invita ad andarli a trovare sul tetto dove da settimane stanno protestando) e Franco La Torre, figlio di Pio, che racconta la brutta vicenda della vendita dei beni confiscati alla mafia. A Bersani il compito di parlare del “Paese reale”: quello a cui dei processi ora importa poco, perché è troppo impegnato a fare i conti con la crisi, con questa finanziaria che è “un insieme di coriandoli, come fossimo al Carnevale”. Bersani dice che parliamo “sempre dei problemi suoi, mai dei problemi nostri”. In questo senso le “mille piazze” di domani e dopodomani sono l’anti-NoBday: più che di dimissioni e di giustizia, dice Bersani, “in queste due giornate diremo cosa c’è da fare: alzare i redditi bassi, dare liquidità alle imprese e non alle banche, fare investimenti subito, non come il Ponte di Messina”. Quando parla del governo, Bersani usa sempre il plurale: “dicono”, “promettono”. In realtà è lui stesso ad ammettere che “Berlusconi controlla la maggioranza”. Sarà sotto scacco anche sul voto Finanziaria: “Vedrete, mettono la fiducia”, dice Bersani. “E voi non vi presentate!”, gli consigliano dal pubblico: “E loro godono ancora di più – replica – van via ancora più lisci”. Una luce, però, Bersani la intravede: “Stanno maturando delle criticità, si apre una fase di passaggio crucialissima: il nostro compito è quello di tener insieme l’indignazione dei giovani di piazza San Giovanni con la rabbia e lo spaesamento dei lavoratori. Tocca a noi essere la cerniera intelligente”. Già, la cerniera intanto va ancora costruita. Alla presentazione delle “mille piazze” non c’è nessun big nazionale del partito, molte poltrone vuote, soprattutto tra i franceschiniani. Quelli che ci sono se ne vanno dopo l’intervento di La Torre, “l’unico che valeva la pena di ascoltare” mormorano uscendo. Qualcuno insinua che Riccardo Milana, segretario della federazione romana, si sia dimenticato di mandare gli sms con l’invito per l’iniziativa. L’unico assente che dal palco sentono il bisogno di giustificare è Nicola Zingaretti, in volo per il vertice sul clima di Copenhagen.

Nessun commento:

Posta un commento