martedì 15 dicembre 2009

CSM: “IL PROCESSO BREVE SAREBBE UNA AMNISTIA”

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 15 dicembre 2009

di Antonella Mascali
(Giornalista)


Il plenum del Csm, che come anticipato, ha bocciato il processo breve, è stato preceduto da un attacco dall’interno. Il consigliere laico del Pdl, Gianfranco Anedda, ha espresso la sua “esecrazione” per l’aggressione a Berlusconi e ha detto che è frutto di un clima di odio a cui “non sono estranei i magistrati”. Per Anedda i principali responsabili sono i procuratori aggiunti di Milano, Armando Spataro e di Palermo, Antonio Ingroia. Le loro parole “eccessive” contro governo e maggioranza, sono state “indirettamente causa di violenza”. Le gravi accuse sono state respinte da altri consiglieri del Csm. Livio Pepino, di Magistratura democratica, le ha definite “inaccettabili”, Cirio Riviezzo, del Movimento per la Giustizia, “un atto di irresponsabilità politica”. Il togato di Magistratura Indipendente, Cosimo Ferri, ha preso le distanze da Anedda e ha chiesto, per il “clima difficile” che c’è nel paese, di rinviare il plenum. Ma il vicepresidente, Nicola Mancino, ha confermato e osservato che tira una brutta aria “perché abbiamo un sistema politico che mette una persona contro le altre”.

La riunione straordinaria

del Csm dunque c’è stata e si è conclusa con una caterva di critiche. Per rendere forte e chiara l’idea dei danni, il consigliere di Unicost, Fabio Roia, ha definito il progetto di legge “ uno tsunami per la giustizia”. Secondo il Csm, si rischia seriamente “ una paralisi dell’attività giudiziaria”, senza contare che il ddl è incostituzionale (viola il principio del giusto processo, dell’obbligatorietà dell’azione penale, dell’uguaglianza dei cittadini), impedisce l’accertamento del reato e rappresenta un’amnistia per reati “di considerevole gravità”, come la corruzione e i maltrattamenti in famiglia. Ed è anche contro la Convenzione dell’Onu, firmata dall’Italia, che chiede più incisività nella lotta alla corruzione. A proposito di questa battaglia, ha scritto il Csm, con il processo breve si “rischia di impedire del tutto l’accertamento giudiziario ” e quindi di “vanificare la lotta alla corruzione”. Questo reato “che tra l’altro incide anche sull’affidabilità economica del paese, è già stato pesantemente condizionato dai nuovi termini di prescrizione previsti dalla ex Cirielli”. Durante il dibattito, che ha preceduto il voto, ha parlato persino il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito, per far capire che non ci sono interventi a monte, in termini di risorse e di riforme, per rendere davvero rapido il processo: “Il treno veloce della giustizia non può realizzarsi con una vecchia vaporiera e senza tener conto delle esigenze dei pendolari”. Ora questa sonora bocciatura, non vincolante , è nelle mani del ministro Alfano, che deve consegnarla alla commissione Giustizia del Senato.

Il Pdl vuole approvare massimo entro gennaio la legge che consente a Berlusconi di togliersi di torno, e senza neppure una sentenza di primo grado, i processi

Mediaset-diritti tv e Mills. Non importa se, come ha detto Mancino, “invece della certezza della pena, abbiamo l’estinzione dei diritti”.

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