venerdì 11 dicembre 2009

Dal premier parole da matti

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 12 dicembre 2009

di Vincenzo Vasile
(Giornalista)


Abbiamo un problema. Problema di salute. Mentale. Ormai c’è un bel po’ di gente che sostiene in giro che Silvio Berlusconi non ci sta con la testa. Gente di rilievo. Dall’alto dei suoi anni Carlo Azeglio Ciampi, intervistato da Marzio Breda per il Corriere, la butta sull’igiene mentale, e traduce dal latino: “… ma stavolta ci sarebbe quasi da valutare anche se chi lancia questo genere di accuse sia davvero compos sui, vale a dire pienamente padrone di sé”. Intervistato per strada, anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani fa capire: “Ho già tanti mestieri che se dovessi fare anche il dottore…Io cerco di stare sulla politica…”. Aveva iniziato Veronica, che – si dirà – stava preparando le carte per il divorzio, ma piuttosto accoratamente aveva scritto: “Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stannoaccanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene”. Ed eravamo ancora in un ambito “privato”, si spettegolava su Noemi e le altre amichette post-puberali. L’ex segretario pd Dario Franceschini poteva minimizzare: “tra moglie e marito non mettere il dito…”. Invece, era un problema politico. Da metterci tutt’e due le mani. Tant’è vero che, tra l’altro, qualche velina, dopo la diagnosi psichiatrica di Veronica, fu fatta sparire in extremis dalle liste. Ma dopo il “violento attacco” alla Costituzione censurato da un durissimo Napolitano, i ragionamenti sulla condizione fisica del capo dell’esecutivo scivolano dalle questioni sessuali a un ambito più pubblico e istituzionale. Dilagano nel mondo politico e in privato tra gli stessi alleati di destra, proprio perché la questione coinvolge l’immagine del Paese. La scelta di una platea internazionale come il congresso del Ppe non a caso è uno dei punti contenuti nella nota di protesta dell’altro giorno di Napolitano. Il presidente del Consiglio ritiene di continuare a esprimersi con toni da osteria sulla situazione italiana? E’ vero che era già capitato a Scalfaro e Ciampi. C’è un momento nel settennato che il palazzo posto sul Colle più alto di Roma si trova sotto accerchiamento, e l’armata assediante di solito porta il vessillo di Silvio Berlusconi. Capita oggi a Giorgio Napolitano. Ma con due novità: un esplicito e “violento attacco” berlusconiano alla Costituzione, e un evidente aspetto che eufemisticamente si può definire “psicologico”. “Un impeto di nervosismo”, l’ha definito ieri dalla Gruber, Pier Ferdinando Casini. Da Bruxelles il presidente del Consiglio ha ripetuto con toni sprezzanti che la Carta del 1948 è roba vecchia e ha cercato di tornare a insolentire il presidente (“…pensi alla giustizia politicizzata”). Napolitano ha riunito il suo staff e ha dato ordine di non rispondere al fuoco avversario. Salvo non impedire la diffusione – da Parma - di un messaggio indirizzato all’Alleanza per l’Italia di Rutelli e Tabacci : "Apprezzo l'intendimento - scrive Napolitano - di contribuire a far uscire il Paese da una contrapposizione politica esasperata". E auspica gelidamente “un costruttivo confronto nelle istituzioni saldamente ancorato a serie basi etiche e precisi obiettivi programmatici”. Basi etiche. Obiettivi programmatici…

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