venerdì 4 dicembre 2009

Fini non molla e incassa la pacificazione del premier e di Alfano

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 4 dicembre 2009

di Wanda Marra
(Giornalista)


Non molla, Gianfranco Fini. Fermo sulle sue posizioni, incassa la tregua offerta “obtorto collo” da Berlusconi, senza neanche rispondere e la conciliazione di cui si fa portavoce il ministro della Giustizia, Alfano.

Inizia la giornata, il Presidente della Camera, nella sua veste più istituzionale, inaugurando il Salone della Giustizia di Rimini. Non parla delle “beghe” interne al Pdl, né del processo breve, né del legittimo impedimento. Ma affronta il tema “alto” della giustizia con la g maiuscola. “Va concepita non come potere, ma come servizio nel senso più elevato dell’espressione", dice, mettendo l’accento sulla necessità di recuperare "efficienza, credibilità e fiducia nel sistema giudiziario italiano". Ribadisce poi la necessità della separazione delle carriere e invita i magistrati a non rischiare una perdita di credibilità. E poi afferma che “le prossime riforme da fare, oltre a dover scaturire da un ampio confronto parlamentare tra le forze politiche e tutti gli operatori del settore, dovranno anche derivare da lucide e ponderate valutazioni delle patologie strutturali del sistema giudiziario". Affrontare il tema della giustizia con questo distacco è un modo ancora una volta per porsi come garante delle istituzioni e e per non fare passi né avanti né indietro senza però rispetto alla guerra interna alla maggioranza. D’altra parte, che non abbia intenzione di andare alle elezioni era già apparso chiaro e lo ribadisce ieri Bocchino, non senza ricordare che Fini è determinante: "Crisi? Io tendo ad escludere che questa vicenda possa avere conseguenze politiche oltre quelle che stiamo già registrando in questi giorni - aggiunge - Credo che tutti ci stiano lavorando affinché si risolvano i problemi tranne qualche falco che pensa sia meglio la rottura, ma credo che si tratti di poche persone isolate”. Come raccontano i suoi, il presidente della Camera non ha nessuna intenzione di abbandonare il Pdl o di promuovere altre coalizioni.

Insomma, Fini continua a “far politica”. Che in questo momento significa anche porsi con il Cavaliere in una posizione di vantaggio: lui, Berlusconi, sarebbe ben felice di rovesciare il tavolo, ma tra le dichiarazioni di Spatuzza di oggi, il voto su Cosentino e il legittimo impedimento da portare a casa le priorità rimangono le questioni giudiziarie. E così per l’ennesima volta va alla tregua, abbassando i toni. L’altro neanche risponde.

Nel tardo pomeriggio tocca al Guardasigilli Alfano ufficializzare la (momentanea) ricomposizione, commentando così l’intervento di Fini al Salone della Giustizia: "Sono tutti temi sui quali siamo d'accordo". Altri toni rispetto a quelli con cui appena martedì scorso i vertici del Pdl chiedevano alla terza carica dello stato di spiegare se la sua linea fosse ancora la stessa del partito.

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