mercoledì 9 dicembre 2009

Il sogno italiano degli anti-Sarkozy "Facciamo anche noi un No-S Day"

Dal Quotidiano La Repubblica
del 9 dicembre 2009

di Giampiero Martinotti
(Giornalista)


PARIGI - Difficile dire se ci riusciranno, ma loro ci provano lo stesso: i blogueurs dell'estrema sinistra vogliono organizzare il loro "No-Sarkozy Day". Impressionati dalla mobilitazione italiana contro il presidente del consiglio, sognano un successo equivalente per il 20 marzo prossimo, alla vigilia del secondo turno delle elezioni regionali: "I francesi sono più felici dei loro vicini italiani? Sono soddisfatti della politica dei loro governi? Pensano che il presidente assolva la sua funzione e rispetti i suoi impegni? Per niente. Socialmente, economicamente e mentalmente, il popolo francese è messo sotto pressione. E' asfissiato dalla demagogia e dai dibattiti artificiali ordinati dall'Eliseo (allusione a quello in corso sull'identità nazionale, ndr.). E' stanco di mobilitarsi inutilmente all'appello di centrali sindacali corrotte. E' espropriato dei suoi beni da un paesaggio politico più vicino al Cac 40 (il Mib translpino, ndr.) che alle preoccupazioni del popolo".

Per mobilitare la rete, i promotori hanno creato un gruppo su Facebook: obiettivo un milione di membri. Ce ne sono già più di 400 mila, più o meno gli stessi iscritti a un altro gruppo creato dalle stesse persone: "Sarkò il popolo vuole le tue dimissioni ".

Il tentativo di organizzare una manifestazione anti-Sarkozy non ha finora attirato l'attenzione della stampa. Unica eccezione il sito di Marianne, settimanale particolarmente impegnato contro il presidente della Repubblica. Ma il pezzo dedicato all'iniziativa è molto cauto: "Un No Berlusconi Day alla francese? Molti blogger impegnati ci credono, ma tra la frammentazione degli Ego e la mancanza di parola d'ordine dubitano di poter mobilitare le folle contro un Sarkozy meno demoniaco del suo collega italiano".

Secondo molti commenti apparsi sulla rete, il problema è l'incapacità dei vari blogueurs a darsi un'organizzazione e a creare un vero movimento capace di esprimersi in piazza. E alcuni ricordano il fiasco della mobilitazione contro la nomina (poi rientrata) di Jean Sarkozy alla guida del centro d'affari della Défense: una manciata di persone. Per molti, insomma, la 'blogosfera è più che altro un luogo di sfogo, più che di iniziative. E per poter organizzare qualcosa bisognerebbe avere l'aiuto di gruppi strutturati. Ma anche i trotzkisti e tutti i vari partitini di estrema sinistra guardano con sospetto la rete.

Tutto inutile, dunque ? Non è detto, ma la storia recente insegna che il malumore generico contro un governo o un presidente non bastano per mobilitare le folle. Ci vuole un obiettivo preciso, capace di riassumere in sé il malcontento accumulato dal paese. E in generale si è sempre trattato di avvenimenti inattesi, come quando Villepin riuscì a far scendere in piazza centinaia di migliaia di giovani contro un nuovo contratto di lavoro flessibile destinato a loro.

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