domenica 13 dicembre 2009

“SANA E SANTA ALLEANZA”

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 13 dicembre 2009

di Luca Telese
(Giornalista)


“La proposta di Casini di mettere insieme un ‘Fronte unico delle opposizioni’?”. Il giorno dopo l’intervista esplosiva del leader dell’Udc su La Stampa, dapprima Antonio Di Pietro è prudente: “...purtroppo temo che le elezioni anticipate non ci saranno, per un motivo molto semplice: non solo Silvio Berlusconi non le vuole, ma non se le può nemmeno permettere. Quindi i ragionamenti sulle alleanze per ora sono prematuri”.

Subito dopo, però, mostra di non avere obiezioni di principio al progetto, anzi: “Noi, abbiamo una sola priorità. Che è quella di mandare a casa il governo che realizza il disegno della P2. Per ottenere questo risultato, sono disposto a una sana e... santa alleanza che non può e non deve avere vincoli di pregiudizio”. Alla fine, poi, infila anche un’ulteriore apertura, spiegando che non ci sono pregiudiziali nemmeno su Fini: “Sull’amnistia era d’accordo con noi in tempi non sospetti, nel 1994”.

Onorevole Di Pietro, “sana” perché c’è lei, e “santa” perché dentro c’è Casini?

“Eh, eh, eh... E perché scusi? Quanto a santità anche io non scherzo”.

Lei per un verso dice che non si voterà, per l’altro invece apre il dialogo. Che gioco è?

“Nessun gioco, perché non è uno scherzo. La situazione del paese è gravissima, il conflitto fra Berlusconi e le istituzioni si è fatto devastante. Se altri prendono atto di quello che da tempo stiamo dicendo, non saremo noi a porre pregiudiziali di partito”.

E quali porrebbe?

“Quelle sulla moralità delle persone. Ma non lo dico con presunzione, per l’amor di Dio. Anche nell’Italia dei va-Repubblica del 1994...”.

Lo vuole inchiodare a qualche affermazione compromettente del passato?

“Al contrario. In tempi non sospetti Fini diceva che Di Pietro gli aveva fatto cambiare idea sull’amnistia. Questo dimostra che su molti temi c’è sempre stata un’affinità...”

Repubblicana?

“Sì. Credo che lui sui temi di giustizia e legalità oggi sia molto più omogeneo a noi che a loro. E poi anche gli Stati Uniti si sono alleati con l’Iraq per respingere l’invasione dell’Iran, no?”.

E chi sarebbe Saddam in questo caso?

“Non mi interessa.... Ma so bene chi è l’Ayatollah da cacciare”.

E i suoi rapporti con Casini come sono?

“Sono buoni. Ripeto, adesso c’è una emergenza democratica e istituzionale: io conto sulle persone”.

Che cosa manca?

“Tutto il resto. Per ora siamo solo nel campo delle ipotesi. Oggi a Palermo ho detto: ‘Cosa ci facciamo con il gatto dentro il sacco, se dentro il sacco non ci finisce?’”.

E che cosa vuol dire?

“Che non è un discorso per l’oggi. Non si vota domani”.

Ne è sicuro?

“Il motivo è semplice. Se Berlusconi molla il governo finisce dritto sotto processo e viene condannato. Non se lo può permettere”.

E voi intanto state fermi?

“Ripeto. Ogni eventuale passo dovrà essere ponderato con calma e con attenzione. Non si possono fare errori, e non si possono fare ammucchiate”.

Cosa fa la differenza tra l’ammucchiata e l’alleanza?

“La politica. Per adesso l’Udc di Casini ha fatto una politica dei due forni. Tant’è vero che per le le regionali, in Lombardia o in Calabria, per dire, si è alleato con il centrodestra, convinto che lì si vinca”.

Non è la prima volta e non sarà l’ultima.

“Lo so. Ma se si vuole essere credibili, e se si dice che a livello nazionale si vuole mandare a casa Berlusconi la politica dei due forni deve finire”.

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