venerdì 11 dicembre 2009

“SILVIO IL RICETTATORE”

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 11 dicembre 2009

di Luca Telese
(Giornalista)


“Per molto meno, in un paese civile come l’America è scoppiato il Watergate. Ormai Berlusconi è il grande ricettatore della Repubblica”. Dal 3 ottobre a oggi, il giorno in cui è andato in procura, Antonio Di Pietro si è tenuto dentro un segreto. Era stato contattato - proprio lui - da Fabrizio Favato, l’uomo del “regalo di Natale” (con nastri delle intercettazioni di Piero Fassino, “Abbiamo una banca!”) a Silvio Berlusconi. Allora Di Pietro aveva rinunciato a una denuncia politica. Oggi invece può parlare. E non risparmia fendenti.

Onorevole Di Pietro, perchè non aveva denunciato pubblicamente che questo signore era venuto da lei?

Avevo fatto un esposto in procura, ero vincolato da un segreto istruttorio finché non si fosse saputo delle indagini.

Cosa voleva da lei Favato, in cambio di questo retroscena incredibile sul regalo dei nastri a Berlusconi?

Questo signore, prima di me, aveva battuto diverse parrocchie. Voleva soldi. O meglio, per usare le sue parole: aiuto economico, commesse....

E non era incredibile che venisse a bussare da lei?

A prima vista sì. Aveva provato con dei giornali. E mi disse che era stato anche da Ghedini! Prima aveva parlato con un suo collaboratore, e poi proprio con lui. A loro offriva silenzio.

Le aveva riferito anche la risposta?

Sì. Ghedini gli aveva detto: parla pure, se vuoi. Tanto non ti crederà nessuno, noi siamo credibili, tu sei un fallito, sarà la tua parola contro la mia.

Favato pensa: questi non mi filano, passo a Di Pietro. Ma scusi, lei gli crede subito?

Quando ci parlo a me torna in mente quello che diceva sempre il maresciallo Nicotera.

Chi lo diceva?

(Sorriso). Distretto di polizia. Il mio, però: tanti anni fa....

E cosa le diceva, il maresciallo nel “suo” distretto?

“Ragazzi, vi spiego cosa fare con un certo tipo di persone che arrivano, perchè vogliono dire un certo tipo di cose”.

Cosa si doveva fare questo “tipo” di persone?

La prima volta ascolti. La seconda registri. La terza le arrresti, diceva Nicotera.

Così lei è passato alla fase uno.

All’inizio pensavo che fosse una bufala. Oppure peggio, un trappolone per incastrarmi. Mi sembrava impossibile che fosse vero. L’ho ascoltato.

Invece il nastro esisteva?

Sì. Favato ce l’ha fatto anche sentire. E anche la storia stava insieme. Il giorno dopo sono andato in procura. Ho chiesto del procuratore aggiunto e ho denunciato. Dopodiché l’ho rivisto ancora. Fase due.

Seguendo le regole del maresciallo, col registratore?

Su questo non posso dire.

Favato le ha confermato che il nastro era stato portato al premier?

Sì. Era chiaramente un reato: una intercettazione acquisita illecitamente, offerta a Berlusconi perchè la utilizzasse contro un leader politico rivale.

Ma c’era di più....

Cosa?

Altri due episodi poco chiari. Il primo, con il precedente governo, riguardava una

serie di appalti di quella società - la Research control system - in Romania. Il secondo, una ipotesi di falsificazione di fatture per poter accumulare dei fondi liquidi in nero.

E lei?

Ho preso nota di nomi, fatti, circostanze che la magistratura ha verificato. Il personaggio cardine di queste operazioni era Paolo Berlusconi. Ho scritto tutto in un memoriale, e ho consegnato pure quello

Perchè lei ha escluso he fosse una bufala?

Perchè ci sono stati riscontri, a partire dai nastri, che hanno confermato come le parole di Favato fossero fondate

Cosa insegna questa storia?

Sul piano giudiziario le somme le tirano i magistrati. Su quello politico un fatto enorme: non solo su Berlusconi.

In che senso?

Abbiamo scoperto il retroscena perchè è finito sui giornali: perché si colpiva, con Fassino un personaggio pubblico.

Lei dice che ce n’è altri?

Le faccio una domanda. Ma se la ditta che faceva le intercettazioni era disposto a regalare al premier quelle utili a lui, a quanti altri le avrà date?

E’ un ipotesi.

E’ qualcosa che fa saltare la distinzione fra colpa e dolo.

Addirittura!

Ma scusi! Io so che mi intercettano perchè me lo dice tizio. Allora chiamo il mio complice con cui devo scambiare un partita di coca e faccio la verginella: voglio solo caramelle....

Una scenetta per gli inquirenti?

Ha presente la battuta ‘Saluti al brigadiere’ per fargli capire che si sa di essere ascoltati? Qui siamo al paradosso che l’intercettato sa e il brigadiere no. Siamo alla precostituzione artefatta della buona fede.

Riguarda solo quattro vip?

E chi lo ha detto? Una volta che il sistema è avvelenato, nel momento in cui la ditta di appalto gira con i nastri, qualsiasi cittadino può essere spiato. Anche qui la politica c’entra.

Perchè?

Prima non si danno soldi alle forze dell’ordine. Poi si dice che siccome non ci sono soldi il governo dice: bisogna appaltare fuori le intercettazioni!

Una mela marcia vuol dire che tutto il sistema lo è?

Ma perché correre il rischio? Perchè appaltare fuori? Ha letto il libro di Genchi?

Perchè me lo chiede?

Dovrebbe. Ne esce un quadro incredibile... Lui è stato crocifisso perchè ha monitorato i tabulati di intercettazioni le-ci-te! E poi dobbiamo accettare che qualcuno faccia il mercatino illecito con il premier?

Cosa pensa del suo intervento di ieri a Bonn?

Uno che fa la scenata di fronte ai leader di mezzo mondo... Ormai quando sento Berlusconi non capisco se siamo al piano preordinato, o al caso di scuola per la psichiatria forense.

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