martedì 26 gennaio 2010

“C’È UNA QUESTIONE MORALE CHE RISCHIA DI SEPPELLIRCI”

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 26 gennaio 2010

di Malcom Pagani
(Giornalista)


“Èuna situazione molto deprimente”. Ansima, sbuffa, riflette. Fa cadere le risposte lentamente. Libero Mancuso, magistrato in trincea negli anni ‘80, napoletano a Bologna dal 1983, cittadino della politica confuso, in un nulla che si somma al niente.

Mancuso, cosa succede a

Bologna?

Siamo di fronte all’offuscamento della politica. Al crollo della tensione civile, della trasparenza.

Si può parlare di questione morale?

Certo, ma soprattutto di scelte moderate, di rincorsa ingiustificata del centro. Le alleanze, per il Pd, rappresentano un dilemma serio. C’è stata una discesa senza freni verso un moderatismo fine a se stesso. Verso situazioni che non hanno niente a che fare con quelle storiche, che avevano tenuto al riparo dai condizionamenti l’amministrazione comunale. Questo disastro, non nasce oggi.

Rimedi?

È necessario riformare la politica, pensi a quello che è accaduto in Puglia. Il modello da seguire è quello.

La ribellione alle imposizioni?

Il rifiuto di Vendola di arrendersi di fronte a richieste arroganti è stato importante. La pretesa che si facesse da parte per dare spazio a una una politica moderata di dubbia provenienza, era discutibile.

L’Udc.

Che proprio al Sud abita in sfere e ambiti tutt’altro che trasparenti.

Guazzaloca sostiene: è la parabola finale di una intera classe politica. Dice che se non fosse arrivato Cofferati, il risultato delle elezioni sarebbe stato differente.

Io credo che Guazzaloca sia stato sconfitto dalla pochezza della sua politica.

E Cofferati?

Da parte di segmenti basilari della città veniva una richiesta di cambiamento. Non averla esaudita e aver provato paura del nuovo, ha avuto il suo peso.

Perchè lei non è entrato in giunta con Delbono?

(Ride, prende tempo) Col senno di poi, arrivati a questo punto, non credo valga la pena indagare .

Prodi, dicono, è mortificato.

È comprensibile, su Delbono aveva puntato in prima persona. Comunque, vorrei dire una cosa. Va dato atto al sindaco di essersi assunto, con le dimissioni, le propria responsabilità.

Non avrebbe potuto far altro.

Scelta responsabile e obbligata. C’è la necessità di fare chiarezza e mettere in luce collegamenti che questa città non merita e che subisce da molti anni.

Simili vicende danno fiato al qualunquismo.

Credo che il cittadino debba tornare fino in fondo a esercitare i propri diritti di cittadino. Per recuperare credibilità, il percorso è lungo. Mi auguro che il Pd si assuma fino in fondo il proprio ruolo e comprenda la portata della crisi nella quale si trova, approfittandone per rilanciare la questione morale. Altrimenti si autoseppellisce.

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