lunedì 18 gennaio 2010

ROSARNO, ITALIA

Dal Quotidiano L'Unità
del 17 gennaio 2010

di Luigi De Magistris
(Europarlamentare IDV)


A Bruxelles si è discusso di quello che è accaduto a Rosarno, in Calabria, in Italia. Proprio così, in Italia. Tutti allibiti. Rosarno è una cittadina della piana di Gioia Tauro in cui ferreo è il controllo del territorio da parte della 'ndrangheta. In quest'area profonde sono le collusioni della criminalità organizzata nelle amministrazioni pubbliche, impressionante la sua capacità economica. Non è solo una mafia capace di sviluppare un'enorme capacità militare, ma anche mafia imprenditrice, che fa politica, che governa. Nella piana vi sono migliaia di immigrati che vivono in condizioni disumane, considerati rifiuti sociali, non-persone da un governo che pratica politiche xenofobe e razziste. Dimorano in baracche, lavorano la terra per pochi spiccioli, coltivano latifondi controllati dalla criminalità organizzata, senza diritti, ma con gli obblighi dei nuovi schiavi. Una realtà che la società opulenta non vuole vedere e che accetta come effetto collaterale di un capitalismo senza regole, dimenticando che italiani all'estero hanno subito nel passato medesime condizioni. Accade che un giorno d'inverno, in periodo di campagna elettorale, pochi giorni dopo le intimidazioni alla magistratura reggina, la criminalità organizzata apre il fuoco, comincia a sparare verso gli schiavi, contro coloro che procurano ricchezza ai loro padroni. Il Governo sapeva, ma scopre oggi Rosarno, come si ricorda della Calabria dopo Fortugno. Se ti sparano, magari perché hai chiesto dignità, reagisci, è umano anche per uno schiavo. Gli immigrati protestano: per paura, per far sentire che esistono, per rabbia, perché la dignità la conservano anche loro. A questo punto interviene il Ministro dell'interno Maroni, esponente di quell'area politica xenofoba e razzista che istiga all'odio nei confronti degli immigrati. Quello stesso Ministro che delegittima le forze dell'ordine privatizzando la sicurezza con le ronde che magari gestiranno, con infiltrazioni delle cosche, le future ribellioni. E' quello stesso Governo che non dà risorse e mezzi alle forze dell'ordine rendendo impossibile il controllo del territorio. Un Governo celere, però, nell'approvare leggi che favoriscono il crimine organizzato. Un Governo impegnato ad ostacolare servitori dello Stato che contrastano il crimine organizzato, anche quello dei colletti bianchi che è linfa vitale di un sistema criminale che piega la democrazia. Che fa il Governo a Rosarno? Per garantire sicurezza deporta gli immigrati. La 'ndrangheta spara ai migranti e gli spezza le ossa con le spranghe. Il Governo interviene e seda la rivolta portando via gli schiavi. Dopo le collusioni tra pezzi delle istituzioni e criminalità organizzata nella gestione della spesa pubblica in Calabria, si registrano anche convergenze parallele tra la 'ndrangheta e il governo nei confronti dei migranti. Solo coincidenze, ovviamente. Non prendetevela, però, con il popolo calabrese. E' un popolo che sa includere, che accoglie, che ha umanità. Ha nel sangue l'accoglienza dei più bisognosi. A Rosarno la legge l'ha dettata la 'ndrangheta ed un Governo incapace di dare risposte degne di un Paese civile. Solo coincidenze, ovviamente.

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