del 12 dicembre 2009
di Carlo Tecce
(Giornalista)
La lettera di Mauro Masi è galeotta e puntuale. Il direttore generale della Rai accenna alla questione Annozero nel consiglio di amministrazione di mercoledì scorso che all’unisono condanna il televoto di Monica Setta all’interno del programma il Fatto del giorno. Masi registra pareri concilianti e a volte contrastanti, ieri mattina – all’indomani della puntata di Michele Santoro sulle deposizioni del pentito Gaspare Spatuzza – prende carta e penna e scrive ai direttori di testata. Non consiglia, traccia una linea da non oltrepassare: rischio sanzioni pecuniarie, sospensioni e forse licenziamenti. Chissà. Nel frattempo il mirino censorio stringe su Santoro. “In ossequio ai principi confermati anche di recente dalla Suprema corte – comunica il dg – in tema di rivisitazione televisiva di fatti delittuosi oggetto di indagini o di processo e al fine di garantire il rispetto della disciplina prevista dal ‘Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive’ […] non è consentita la diffusione in qualunque trasmissione di approfondimento informativo del palinsesto Rai di cosiddette ‘docu-fiction’ e/o ‘docu-drama’ o comunque ricostruzioni con attori nonché televoti che abbiano ad oggetto tematiche connesse a procedimenti”. I sondaggi della Setta – ritirati con il consenso della stessa conduttrice – erano un pretesto per rileggere, e forzare, il protocollo, datato 21 maggio 2009, firmato dai rappresentanti della stampa e delle televisioni all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’Agcom.
LE REGOLE. Un codice che regola la rappresentazione di “vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive”. Dietro un titolo lungo e parole aspre, il documento esprime un concetto lapalissiano: “Curare che risultino chiare le differenze fra documentazione e rappresentazione, fra cronaca e commento, fra indagato e imputato e condannato fra pubblico ministero e giudice, fra accusa e difesa. […] Non alterare la percezione dei fatti. […] Rispettare il principio di contraddittorio delle tesi, assicurando la presenza e le pari opportunità nel confronto dialettico”. In nessun passaggio del protocollo, composto da quattro articoli, si vieta – in maniera esplicita – la ricostruzione in video (fiction e quindi finzione conclamata) di fatti di cronaca nera o giudiziaria. Negli Stati Uniti c’è TruTv che trasmette, 24 ore su 24, dirette e ricostruzioni di processi con attori. Un giorno in Pretura in versione americana. E così Santoro può replicare a Masi senza rinnegare il lavoro dell’ultima stagione: “Non ci sono leggi, sentenze o regolamenti di qualsivoglia autorità che impediscano di fare cronaca giudiziaria con l’uso di attori. Mentre esistono chiare normative che impediscono l’uso del televoto o dei sondaggi su vicende giudiziarie. Siamo convinti di questo, come siamo convinti che sia necessario tutelare il diritto di cronaca, la libertà di espressione e la creatività di ogni trasmissione. Riteniamo quindi che la questione non si possa risolvere emanando una circolare, ma che sia compito del Cda della Rai fare una valutazione approfondita. Pur essendo già pronti a soddisfare con altri mezzi il bisogno di informazione del pubblico, siamo a disposizione per fornire tutti gli elementi utili a prendere la decisione migliore”.
GARIMBERTI. Nel pomeriggio, per suffragare la missiva di Masi, interviene Paolo Garimberti: “Ne abbiamo discusso in cda. Le docu-fiction Santoro non le dovrà più fare nel rispetto del protocollo firmato dalle emittenti di fronte all’Agcom”. Il presidente della Rai fa capire che viale Mazzini, anche senza deliberare, abbia conferito uno speciale mandato al direttore generale. Nessun documento ufficiale può certificarlo, proprio perché inesistente agli atti. In perfetta sincronia con Masi, l’Agcom annuncia la costituzione del Comitato per l’applicazione del protocollo citato da Garimberti. Il ministro Scajola propone d’istituire uno strumento – il comitato previsto dal
prossimo contratto
di servizio – per
un controllo più
efficace sulla
qualità dell’informazione.
A suggellare la giornata, inaugurata da Masi e giocata di sponda tra la Rai e l’Agcom, in serata 4 commissari dell’Autorità chiedono di aprire un’istruttoria urgente su Annozero perché “viola una serie di norme”. Quelle norme mai scritte che Masi e Garimberti vogliono far pesare. Rai-Due è alla smobilitazione. Chiude l’Era Glaciale di Daria Bignardi – rivela il vice di Masi, Antonio Marano – per far posto a un programma più gradito al governo.
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