martedì 15 dicembre 2009

B. FERITO, DESTRA ALLO SCONTRO

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 15 dicembre 2009

di Sara Nicoli
(Giornalista)


Ètutto solo rimandato. L'aggressione a Berlusconi ha fatto calare la tensione politica e l'imminente implosione del Pdl sull'altare delle leggi ad personam, ma si tratta solo di un'apparenza. "I nodi politici - spiega Giorgio Straquadanio, fedele uomo del premier - restano esattamente gli stessi e, nell'impossibilità di Silvio di farlo direttamente, ci sono altri che vigileranno sulle scadenze e sui segnali politici che attendiamo in merito". Il fuoco, dunque, resta acceso anche se l'incidente ha costretto gli uomini più vicini al premier a cambiare la strategia sulla breve distanza. "Al momento - sostiene Mario Valducci, considerato un falco del Pdl - tutte le nostre attenzioni non possono che essere puntate alla pronta guarigione del premier ma nulla ci vieta di prendere in considerazione la possibilità di una grande manifestazione di popolo per festeggiare, a tempo debito, la sua guarigione, se lui lo vorrà". Sarà un vero e proprio ‘Berlusconi-day’ contro la violenza di piazza e nelle parole della politica. Ieri sono tornati a parlarne con convinzione Fabrizio Cicchitto, Daniele Capezzone e Gianni Alemanno. Ci sono già due possibili date (il 13 o il 20 febbraio) e un luogo (piazza San Giovanni a Roma). Insomma, le macchine della propaganda berlusconiana sono tutt'altro che ferme; lo sfruttamento mediatico dell'aggressione e delle sue conseguenze non conoscerà mezze misure.

Ma quanto avvenuto domenica a Milano ha determinato un cambio di passo nelle priorità di Berlusconi. Se solo qualche giorno fa il tema delle elezioni anticipate sembrava il filo rosso conduttore dello scontro intestino all'interno del partito, ora la barra si è spostata tutta verso le riforme costituzionali e la loro urgenza; la lunga e tormentata mediazione, operata da Gianni Letta nei giorni scorsi per ricucire anche un rapporto con il Quirinale che appariva fortementecompromesso, avrebbe sortito l'effetto di convincere il premier della necessità di aprire un tavolo al più presto sul cambio della Costituzione. Quanto condiviso non è dato sapere, ma fonti vicine a Berlusconi confermano l'idea del Capo di raggiungere l'obiettivo "anche senza l'opposizione e anche senza Fini, se lui non ci dovesse stare". Perché la priorità delle priorità resta la riforma della giustizia e la separazione delle carriere dei giudici. ''Tutti concordano sulla necessità di fare le riforme - ha sottolineato infatti il ministro Matteoli - opposizione compresa. E nessuno, comprese le forze dell'opposizione, è favorevole ad elezioni anticipate; quindi, se tutto questo e' vero, apriamo un tavolo di confronto lasciando perdere tutto il resto''.

Ieri, intanto, tutto l'entourage di Silvio ha dato sfogo all'emozione e ai sentimenti. I suoi più fedeli servitori si sono stretti intorno a lui soprattutto per confortarlo visto che si alimenta male e i dolori si fanno sentire. "Sono un miracolato" , ha detto a Paolo Bonaiuti: "Berlusconi comincia a sentire ora gli effetti del colpo di ieri - ha riferito ancora il portavoce - che si è ripercosso soprattutto sul setto nasale. Tuttavia il Presidente è un leone, un grande combattente e metabolizzerà anche questo attacco improvviso che è avvenuto nella sua Milano". Quello che, però, sta destando sempre maggiore preoccupazione tra i suoi sono state le verifiche del ministro dell'Interno, Maroni, sulla questione legata alla sua sicurezza personale. "Ha rischiato di essere ucciso", ha enfatizzato ieri pubblicamente il ministro leghista facendo inevitabilmente alzare il livello di emozionale dei fedelissimi che questa mattina alla Camera si preparano ad una singolare conta degli "uomini dell'odio" nei banchi dell'opposizione. Maroni farà una relazione sui fatti di piazza del Duomo al termine della quale gli uomini del premier si immaginano di "poter vedere l'intero arco dei partiti esprimere solidarietà al premier - sostiene Straquadanio - isolando quelle voci fuori dal coro come quelle di Di Pietro e della Bindi". In buona sostanza, nel Pdl ci si augura di vedere spaccarsi l'opposizione vanificando così quel "fronte anti Silvio" , evocato dall'ex alleato Casini, che tanto disturbo aveva creato a Berlusconi prima di scendere in piazza a Milano perchè rappresentativo del "fronte dell'odio contro di me". Così aveva detto a Bonaiuti, così ha ripetuto ieri a Don Luigi Verzè, presidente del San Raffaele, che è andato a portargli "anche il conforto dei sacramenti". "Berlusconi è molto provato - ha raccontato - soprattutto perchè non comprende il perchè lo odino tanto; "io voglio bene a tutti", mi ha detto, ma era veramente provato, umiliato da questo sentimento che sente inspiegabilmente correre contro di sè".

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