giovedì 3 dicembre 2009

I BERSANIANI A CASA, I VELTRONIANI A SAN GIOVANNI

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 3 dicembre 2009

di Luca Telese
(Giornalista)


Walter Veltroni ha fatto sapere che lui andrebbe. Ha un matrimonio, altrimenti sarebbe in piazza. Il suo storico braccio destro, Walter Verini, invece, alla manifestazione del 5 ci sarà con convinzione: lo ha scritto nella sua sua rubrica su l’Unità con un pronunciamento appassionato: “Mi hanno convinto i mie figli”. Giorgio Tonini altro dirigente veltroniano di primo piano spiega: “Questo No-B. Day bisogna guardarlo con simpatia. Diamine! Tre quarti di quelli che vanno sono iscritti del Pd”. Dario Franceschin è altrettanto netto: “Ci saranno comunque tanti nostri elettori. E io sarò tra loro”.

Basta pesare questi nomi e queste dichiarazioni per capire che nel Pd si è aperto una specie di referendum sulla manifestazione del 5. La linea di Pierluigi Bersani (“Il partito non aderisce, ma alcuni suoi dirigenti ci saranno”) ha di fatto riprodotto una dinamica para-congressuale: ufficialmente non c’è una direttiva di corrente, ma buona parte di coloro che al congresso sostennero Franceschini scelgono di partecipare. Ma anche tra coloro che hanno sostenuto il nuovo segretario ci sono delle eccezioni. Katiuscia Marini, uno dei giovani “Giovani sperimentati” della nuova segreteria, si definisce “Una compagna che viene dalla base” e spiega: “Sono favorevole alla manifestazione, la guardo con simpatia”. Ma se poi passi a Matteo Or-fini, dalemiano di rango, subito l’entusiasmo si congela: “Io tendenzialmente non andrei. Il Pd ha le su e manifestazioni e le sue piattaforme. Questa manifestazione non è del Pd e non ha la nostra piattaforma. E’ semplice. Lo ha spiegato bene Bersani”. Già Bersani. Ieri il segretario ha parlato ancora, per spiegare che sulla giustizia e sui temi del No-B. Day non ci sono novità: “Non spacchiamo il capello in quattro e non inventiamoci questioni di lana caprina - ha detto ai giornalisti - Io ho detto che noi mettiamo al centro il problema del lavoro, che siamo disponibili a modernizzare il paese ma contro la deriva populista. Ma che sulla giustizia - ha concluso il segretario - siamo contro scorciatoie o leggi ad personam”. Anche un altro bersaniano di ferro, l’organizzatore Nico Stumpo spiega perchè secondo lui il problema non è aderire o meno: “Non ci andrò non perchè sono ostile: rispetto tutte le manifestazioni, ma di solito partecipo a quelle che organizzo. Il toto-chi-partecipa è un gioco imbarazzante”.

Allo stesso modo, sempre nella segreteria, altre due dirigenti della mozione Franceschini sono favorevoli. Spiega con entusiasmo l’emiliana Francesca Puglisi: “Sarò su uno dei quattro pullman da Bologna, con

marito e tre figli al seguito!”. Le fa eco Annamaria Parente un’altra neo-eletta del vertice di via del Nazareno: “Ci sto pensando, ma sono orientata ad andare: mi piace che sia una mobilitazione dal basso”. tentateanche un’altra veltroniana, Stella Bianchi (“Ci sto pensando”) e Roberta Agostini, 42enne, romana, della maggioranza: “Ci penso su sopra altre 48 ore. A me le manifestazioni piacciono. Ma non vorrei nemmeno - spiega la Agostini - che così ricompattassimo il centro-destra”. Quasi gelidi, invece, i vertici della sinistra giovanile, Andrea Pacella (il numero due) e Fausto Raciti il segretario, che spiega: “Non sono polemico con chi la fa. Ma se le manifestazioni fossero il modo per opporsi a Berlusconi ne dovremmo fare almeno una al giorno. Non abbiamo impedito a nessuno di andarci, nella Sinistra Giovanile, sia chiaro. Ma per essere davvero sinceri - conclude Raciti - non ci piace che qualcuno abbia strumentalizzato questo appuntamento, fuori dal Pd, ma anche dentro, per trasformarlo in una sorta di No-Pd-Day”. Chi? Raciti sorride e sfuma: “Lo hanno capito tutti” (ma ovviamente si riferisce a Veltroni e ai suoi). Perplesso Davide Zoggia, il nuovo responsabile enti locali: “Sabato ho un impegno di partito a Venezia. Non sono contrario, ma credo che la linea giusta sia quella del partito, che aggiunge alla protesta anche una proposta di governo. Non sono critico con gli organizzatori, anzi: ma la nostra strada è un’altra”. Non andrà al corteo anche un altro bersaniano, Matteo Mauri: “Credo che resterò a Milano. Non no nulla contro, ma avendo ricevuto la delega sui trasporti, cerco di concentrare le energie sul territorio lombardo”. Favorevole, invece, Enzo Amendola, il coordinatore dei segretari regionali: “Il partito non aderisce, ma i singoli sì. E io, personalmente, ci vado volentieri. Sarà una bella passeggiata romana”. Ci sarà, ma con un distinguo, anche l’economista Stefano Fassina: “A piazza San giovanni si riuniranno delle energie democratiche che ci interessano. Ma deve essere chiaro che come Pd, anche simbolicamente, noi privilegiamo l’opposizione sociale a quella antiberlusconiana”. In sintesi: il Pd sarà in piazza. Ma anche no.

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