domenica 6 dicembre 2009

Ma chi è, Mandrake?

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 6 dicembre 2009

di Furio Colombo
(Senatore PD)


Ma chi è Berlusconi, un misto tra Mandrake e l’Uomo mascherato, che si prende gioco di tutti, impone la sua volontà e nessuno può fermare? Ho usato immagini di fumetti celebri che solo i meno giovani conoscono perché non trovo niente da usare per confronto o riscontro, per dire "uno come lui" oppure come spiegarlo, ai giorni nostri. Marco Pannella, uno che se ne intende, dice che lo scandalo è grande, ma non più grande di quanto sia già accaduto in passato: Costituzione tradita, sentenze ambigue, poteri anomali, cittadini senza diritti. Però nessuno ricorda un così tenace attaccamento dei cittadini a qualcuno accusato di tutto da tutti. Mentre Spatuzza era ancora intento a rendere la sua testimonianza al tribunale di Torino,SkyTg24 ha lanciato la sua ormai tradizionale esplorazione dell’orientamento degli spettatori. Risposta: il 60% non crede al pentito. La difesa dei pretoriani del primo ministro è comprensibile ma non scontata. Berlusconi, ti dicono, è il più grande persecutore della mafia e la mafia - attraverso i pentiti - si vendica. È lo stesso Berlusconi che, in piena campagna elettorale, ha elogiato il pluriomicida mafioso Mangano, indicandolo ai cittadini come "il vero eroe italiano". Dice anche la ragione: "Volevano farlo parlare su di me e su Dell’Utri e lui non ha parlato". L’argomento è arrischiato, però funziona. L’elettorato italiano, con una maggioranza notevole, lo approva e lo vota. Come è noto, l’opposizione è divisa. Una parte va in piazza in tempi sempre più stretti, in numero molto grande. Una parte disdegna la piazza, chi con disprezzo, chi con sincera incertezza, ma comunque non va. Sceglie il discorso pacato, i famosi toni bassi; propone continuamente alla maggioranza una leale collaborazione a cui la maggioranza - a cominciare da Berlusconi - non presta alcuna attenzione. Anzi, cerca e trova rapidamente un nuovo punto d’attacco. Non sarebbe fuori luogo dire, a questo punto, che la parte appassionata e quella fredda dell’opposizione ottengono lo stesso esito. Berlusconi, sondaggi alla mano, ne esce intatto. Poiché un simile, straordinario risultato non è dovuto alla soluzione di alcun problema, alla risposta ad alcuna domanda, alla soddisfazione di alcun bisogno (mai il numero dei disoccupati, il debito pubblico, l’esclusione dei giovani sono stati più alti e pesanti) occorre cercare un’altra strada, a meno di accettare il miracolo. Certo, dobbiamo tenere conto delle crepe improvvise, ancora non si sa quanto minacciose, non si sa quanto profonde, che si stanno disegnando sulla facciata dell’organizzazione artificiale, costruita come un Lego, detta Popolo delle Libertà.

Ma neppure queste crepe sembrano mettere in pericolo la misteriosa tenuta personale di Silvio Berlusconi. Il mondo guarda senza ammirazione (è bassa, fuori dal nostro Paese, la reputazione del primo ministro), ma con meraviglia. Come è possibile? si domanda ormai apertamente, in editoriali ed analisi di politologi, l’opinione pubblica internazionale. Emerge la tesi che "gli italiani sono fatti così. Si identificano, riconoscono e votano". E affiora la persuasione: “Il berlusconismo

continuerà anche senza Berlusconi”. Quest’ultima, la più fosca delle profezie intorno a Mandrake - Berlusconi, è la più facile da smontare. Più lo credi unico - o "incarnazione" magica di tutti gli italiani - meno sono riproducibili la sua leadership e il suo mondo. Resta da capire che cosa fare adesso, mentre i sondaggi continuano ad accumularsi intorno a lui. C’è l’immensa ricchezza – lo abbiamo detto; c´è il conflitto di interessi, perché manca la legge, e l’uso in esclusiva di tutte le fonti di informazione è libero e consentito per una sola persona. Ma dove ha nascosto il segreto del suo successo, costruito su’un insuccesso di dimensioni mai viste? Si può fare un’ipotesi: lo scambio netto di ruoli fra opposizione e governo -maggioranza. L’opposizione si presenta ogni giorno compita e in ordine, come se andasse a farsi dare l’incarico al Quirinale. La chiamano "l’alternativa", che ovviamente non è mai l’arma segreta dell’opposizione, specialmente se accetti la raccomandazione dei toni bassi. Perché non hai media per raccontarla e nessuno ti ascolta. Ma anche perché è fatale che tutta l’attenzione resti su chi governa e decide e cambia continuamente il paesaggio politico. Come se non bastasse, chi governa ha spinto il Paese in una continua e violenta campagna elettorale che non conosce soste, non si ferma mai. Moralmente è una pessima campagna elettorale, perché è fatta di due materiali inquinanti: il vanto continuo di cose mai fatte, e un sistema di ricatti e calunnie che muove continuamente la scena e impedisce la distrazione. È fatale però che l’attenzione della maggioranza dei cittadini vada a chi parte continuamente per una nuova guerra, non agli astanti che fanno ala tentando educatamente di passare un foglietto con caute proposte ai partenti. Questo rovesciamento del gioco continua finché lo lasci continuare. Il governo non governa, si oppone. Ma lo fa con tutta la forza di governo più tutta la forza più o meno legale di Berlusconi. L’opposizione compitamente governa. Ma non governa niente, e in scena non la vedi: luci e voci troppo basse. I cittadini vanno via da soli (vedi ieri, Piazza San Giovanni stracolma) con molta passione e nessun partito. Non è detto che sarà sempre così. Per adesso è lo stato dei fatti.

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