mercoledì 16 dicembre 2009

Chi legge il Fatto ha due “strade”: o è stupido o è terrorista

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 16 dicembre 2009

di Alessandro Ferrucci
(Giornalista)


Chi lo legge è al confine tra l’essere un semplice irresponsabile o un invasato da jihad; chi lo mostra in piazza, in giro, ancora peggio, non ha scusanti. Chi ci scrive è quindi un cattivo maestro o un probabile neobrigatista. Forse dipende dai giorni o dall’alimentazione, chissà. Però c’è un dato: ora tocca al Fatto Quotidiano. Circa un mese fa abbiamo aperto una rubrica, “Il Quartier Generale comunica” dedicata a Il Giornale e a Libero, con riprodotte le loro prime pagine. Insomma, volevamo comunicare ai lettori quali erano i reprobi, i nemici di giornata: Gianfranco Fini attacca (indirettamente) Berlusconi? giù con lui; persevera? doppia dose, con l’aggiunta di un suo fedelissimo, magari Italo Bocchino o Fabio Granata . E ancora l’affaire Alessandra Mussolini o Dino Boffo, oppure definire il “popolo viola” come amico del killer Spatuzza.

Così lunedì il vicedirettore de il Giornale, Alessandro Sallusti, nel suo editoriale prende di nuovo la mira: “Perché in piazza Duomo non c’era soltanto il pazzo Tartaglia. Centinaia di ragazzotti, sventolando il Fatto Quotidiano di Travaglio che anche ieri riproponeva la tesi di Berlusconi capo della mafia, si sono infiltrati tra la folla del Popolo della libertà, urlando slogan contro il premier dittatore e mafioso. E vien da chiedersi come mai il questore e i servizi abbiamo permesso tanto, mostrandosi assolutamente incapaci di proteggere la libertà di espressione del partito di maggioranza oltre che la vita del primo ministro”. E ancora l’intervento di ieri di Vittorio Feltri: “La sua mano (Tartaglia, ndr) è stata mossa da un sentimento di odio coltivato a lungo dalla sinistra, da frange di irresponsabili, dai Di Pietro, dai Travaglio, dagli Annozero e diffuso copiosamente da giornaloni legati a interessi industriali, finanziari e bancari”.

Bene, questi i primi stralci, poi i titoli studiati ad hoc per i “fannulloni”, i lettori sì militanti ma poco volente-rosi di approfondire le riflessioni del “Quartier Generale”: “Gli irresponsabili” è il primo, con accanto la foto di una persona con in mano il Fatto e sotto la didascalia “Popolo rosso: i contestatori di sinistra in piazza con il Fatto nuovo cult dei giustizialisti'”.

Sotto un articolo a firma Renato Farina, senatore del Pdl, già spia del Sismi con il nick “Betulla”, espulso dall’Ordine dei giornalisti e coinvolto nella questione Abu Omar; con questo pedigree scrive: “Infine la frase decisiva e in fondo autobiografica (si riferisce a Marco Travaglio, ndr): ‘Non esiste il reato di odio’. Per quello non c’è neanche il reato di essere una merda umana”.

Non basta: tre pagine dopo, un’altra immagine sempre il Fatto in bella mostra in mano a un ragazzo, un titolo poco evocativo (“Jihad e antagonisti: ecco chi da mesi minaccia il premier: ora gli esperti temono l’effetto emulazione e l’esaltazione delle aree di estrema sinistra”) e una didascalia altrettanto esplicita dove conferma il ruolo dei manifestanti: “C’erano molti gruppi che fischiavano e gridavano insulti contro il premier”.

In quanto a Libero, “poca cosa” a parte un fondo di prima condito da insulti a Travaglio, qualche velata accusa nei vari articoli interni. Nient’altro. Poca fantasia. Attendiamo oggi per capire se a loro è tornata la solita alta verve e se come al solito sono costretti a rincorrere il loro vecchio maestro, Vittorio Feltri.

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