martedì 12 gennaio 2010

Battista il cassazionista

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 12 gennaio 2010

di Marco Travaglio
(Giornalista)


Quando uno qualunque finisce in carcere e sotto processo, cerca di smontare le accuse e, se è innocente, spera di convincere i vari magistrati che si occupano di lui. Se invece, puta caso, ha la doppia fortuna di chiamarsi Ottaviano Del Turco e di aver frequentato Craxi, nulla di tutto questo. Appena uscito di galera, entra di diritto a Porta a Porta, poi beneficia degli articoli innocentisti di commentatori che non hanno mai letto una riga delle carte processuali: cioè di Pigi Battista sul Pompiere della Sera. Quando poi si avvicina l’udienza preliminare, fabbrica una bella bufala e strappa paginoni e titoloni a edicole unificate. La Stampa: “Crollano le accuse a Del Turco”, “L’ex governatore: mi ha ferito la viltà del Pd, i fatti mi danno ragione”. Corriere: “Del Turco: su di me affiora la verità”, “Del Turco paga il suo passato socialista”. Il Giornale: “L’accusatore di Del Turco? Meritava la galera”, “Sgarbi: ora il pm deve pagare”. La gente legge e si dice: toh, hanno assolto Del Turco. Poi magari legge il Fatto e scopre che non è vero niente. Nessun’assoluzione, nessun elemento nuovo, tantomeno a discarico. Il tanto strombazzato dossier dei Nas sulle Asl abruzzesi risale a prima dell’arresto di Del Turco, i pm che l’avevano commissionato lo citavano ampiamente nella richiesta cautelare a conferma delle accuse, gli avvocati lo conoscevano benissimo ma non si erano mai sognati di considerarlo una prova favorevole. I Nas si limitavano a scrivere che la Regione era stata costretta a ridurre il budget sanitario dal governo Prodi per contenere il buco miliardario. Ma Del Turco non è imputato per aver speso troppo, bensì per aver intascato tangenti da 6 miliardi di lire dal re della sanità convenzionata, Vincenzo Angelini. I Nas ne chiedevano l’arresto, ma gli arresti fino a prova contraria li decidono i magistrati, che nel suo caso non ravvisarono esigenze cautelari perché Angelini collaborava: confessando di aver truffato la Regione e di aver pagato Del Turco e il suo staff per continuare a truffarla. Del Turco ovviamente nega, ma questo ovviamente non basta: è raro trovare un imputato (a parte l’orrido Angelini) che confessi. Né basta il fatto che i giudici non abbiano trovato conti esteri intestati a Del Turco: nessuno è così stupido da intestarseli. Al supergiudice galattico Battista però questo basta e avanza: l’altroieri si è ritirato in camera di consiglio a sezioni unite e, dopo breve discussione, ha sentenziato unanimemente e irrevocabilmente sul Pompiere: “La giustizia ha decapitato la giunta abruzzese e si è dimostrata ingiusta… Qualora il processo appurasse in via definitiva ciò che appare sempre più evidente, si sarà scritta una orribile pagina della magistratura e della politica”. Resta da capire perché, se è armato di elementi difensivi così poderosi, Del Turco li abbia finora nascosti ai pm e al gip, avvalendosi della facoltà di non rispondere, come ha fatto pure la sua compagna sulla provenienza dei 600 mila euro usati per l’acquisto di una casa intestata a lei. E perché il suo segretario Lamberto Quarta non riesca a spiegare i 200 mila euro in contanti usati per comprare una villa. E perché la difesa Del Turco non si affretti a chiedere il giudizio abbreviato in base alle carte dei pm, se sono così favorevoli. Noi naturalmente non sappiamo se Del Turco è colpevole o innocente: aspettiamo che ce lo dicano i giudici, che sono pagati per questo. Ma invidiamo molto il collega Battista che, dotato di virtù divinatorie, sapeva dell’innocenza di Del Turco fin dal giorno del suo arresto. Lui del resto è innocentista anche dopo le condanne definitive: infatti ha appena beatificato con trasporto il pluripregiudicato Craxi. Con Del Turco si è semplicemente portato avanti col lavoro. Così, in attesa di sapere se Del Turco è innocente, già sappiamo come si regolerà Battista: se sarà assolto, griderà al complotto; se sarà condannato, anche.

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